Claudio Coldebella e la Benetton double face

21.02.2011 16:56 di  Matteo Marrello   vedi letture
Fonte: www.repubblica.it
Claudio Coldebella
Claudio Coldebella

Il campionato s'è ripresentato così: sette squadre in due punti. Ma anche undici in quattro, perché con altre undici gare da giocare lottano tutte per i cinque posti playoff ancora sul tavolo, alle spalle di Siena, Cantù e Milano. Cinque partite (su otto) sono state vinte da squadre che non hanno giocato la Final Eight di Coppa Italia, e può essere un indizio. E qualcuna, tra quelle che ha perso, è attesa dalla settimana più delicata della sua stagione di coppa: Siena giovedì ha il match-ball casalingo contro l'Efes, per accedere ai playoff di Eurolega; e Treviso già domani ha una partita cruciale in Eurocup, a Berlino. Ancora più delicata di quella di Caserta ad Istanbul, perché i veneti ospiteranno le finali, a metà aprile, che oltre al trofeo mettono in palio per la vincente un posto per la prossima Eurolega. Ed esserci è l'obiettivo di stagione, se possibile ancora più sensibile dopo la conferenza stampa con la quale Gilberto Benetton ha annunciato il disimpegno dallo sport professionistico a partire dal 30 giugno 2012. Una mazzata. "Un motivo in più per far bene. Ancora più obbligati dopo le dichiarazioni della nostra proprietà. Nel rispetto di tutto quello che Treviso è stata in questi anni, di quanti hanno giocato per questo club, quanti ci hanno lavorato, per la storia stessa di questa società e per quanto ha dato al basket, italiano ma anche esportando la sua immagine, italiana, nel basket europeo" dice l'attuale general manager, Claudio Coldebella, in attesa di salire sul volo per Berlino.

Avete parlato alla squadra dopo le dichiarazioni di Gilberto Benetton?
"Abbiamo parlato con i giocatori, pure se è chiaro che quelle dichiarazioni hanno un impatto più forte a livello mediatico che al nostro interno. Nessuno può far calare voglia e stimoli, ma da questo punto di vista non mi sento di dire che corriamo rischi".
A Varese, però, una brutta partita.
"Brutta. Ma sarei stato preoccupato se avessimo avuto Bulleri e Peric in buone condizioni. Invece hanno giocato stringendo i denti. Poi è un po' una costante che se non siamo al meglio non riusciamo ed esprimere quello che è il nostro valore".
In Italia 8 vinte ed 11 perse, al momento fuori dai playoff. In Europa, 11 vinte, 1 persa. Perché?
"L'equilibrio del campionato è sottovalutato. Il nostro gruppo è nuovo e giovane, da questo punto di vista il campionato è più insidioso rispetto alla competizione internazionale. Si matura attraverso gli errori, noi ne facciamo e di conseguenza maturiamo. E certamente l'assenza di Nicevic la stiamo soffrendo più del previsto".
Quando rientra?
"Contiamo di riaverlo tra una ventina di giorni, sta tenendo la condizione atletica ma non ha ancora ripreso il pallone in mano per evitare ricadute al polso fratturato. Per status è un giocatore italiano importante che abbiamo perso nella nostra rotazione".
Qual'era il vostro bilancio alla barriera fissata dalle parole di Gilberto Benetton?
"I bilanci si fanno a fine stagione. L'analisi dei risultati invece indica che siamo andati molto bene in coppa e viceversa non sono stati soddisfacenti in campionato: facciamo un passo avanti, con fatica e sacrificio, e poi due indietro".
Ieri i tifosi della Sisley hanno esposto i loro striscioni, comunque di vicinanza alla squadra. I vostri?
"I nostri tifosi devono restare tranquilli. La serietà del gruppo Benetton è stata confermata da un annuncio doloroso, ma dato con un anno e mezzo di anticipo. E la struttura creata negli anni è in grado di assorbire le preoccupazioni che ne sono scaturite. Agli addetti ai lavori posso fornire risposte precise, da questo punto di vista. Il nostro referente è Andrea Benetton, il presidente (e nipote di Gilberto), e con lui c'è un dialogo quotidiano".
Lei ha giocato per proprietari importanti, grossi capitani d'aziende, a Bologna, Milano e nelle stagioni in Grecia. Come valuta la decisione dei Benetton?
"Ho sempre trovato grandi appassionati, che hanno investito capitali importanti. E non ne ho conosciuti di quelli che entrano nello sport per farne un business. Quando la passione della proprietà cala dobbiamo sentirci tutti responsabili. Poi, ampliando l'analisi, è evidente che qualcosa vada cambiato perché il malessere non è solo quello dei Benetton. Siamo qui a discutere di tesseramenti e contratti, ma mi sembra che l'obbligo sia restituire ai proprietari entusiasmo anche attraverso un giusto equilibrio di costi e ricavi. Ma un discorso comune tra Fip, Lega e club non lo vedo tra i desideri. Quando invece è la priorità".
Si guarda già alla pesante eredità Benetton. Lo fate anche voi, all'interno?
"Sono a Treviso da cinque mesi, ed ho potuto toccare con mano quanto sia nato dalla presenza Benetton. Da qui sono usciti giocatori e manager. Benetton è un riferimento per la Fip, con il Join the Game, per l'Eurolega, tra i soci fondatori, per l'NBA, con il Basketball Without Borders ed i camp di prestagione delle franchigie. L'esempio dato è quello di chi ha sempre cercato di guardare oltre il proprio orticello e per questo il riconoscimento a livello internazionale è molto più elevato che in ambito nazionale. Dove invece abbondano i piccoli giardinieri".
Arriva a dire che l'uscita di scena di Treviso è un buona notizia per qualcun altro?
"Non a questo punto, mi auguro. Però quel che facciamo raccoglie più rispetto ed attenzione al di fuori dell'Italia".
E' per questo che vi sono state assegnate le finali di Eurocup?
"E' chiaro che la candidatura è nata da un'idea congiunta dentro la nostra struttura, approvata a tutti i livelli. In tempi recenti l'Italia ha fallito nei suoi tentativi di ospitare la Final Four di Eurolega a Torino l'anno scorso e poi si è ritirata dalla corsa per gli Europei del 2013. Ospiteremo le finali a Treviso, ma in realtà è l'Italia che le ospita. E' questo il messaggio che mi piacerebbe arrivasse a tutti. Poi vedremo se in quei giorni sarà possibile organizzare un tavola rotonda per analizzare ciò di cui il nostro movimento ha bisogno".

Stefano Valenti