EuroLeague: Gara 5 vale il biglietto per Abu Dhabi

06.05.2025 07:40 di  Gianfranco Pezzolato   vedi letture
EuroLeague: Gara 5 vale il biglietto per Abu Dhabi
© foto di Sito Eurolega

Monaco-Barcellona e Panathinaikos-Efes sono molto più di un Game 5: sono sfide di identità, nervi e memoria. Chi andrà alla Final Four?

C’è qualcosa di antico e romantico, quasi teatrale, nei Game 5 di Eurolega. Non si tratta solo di una partita, ma del crocevia in cui si intrecciano identità, aspettative e redenzioni. Martedì 6 maggio ci aspettano due sfide da brividi: Monaco-Barcellona (ore 19:00) e Panathinaikos-Anadolu Efes (ore 20:45). In palio c’è un biglietto per Abu Dhabi e per quella Final Four che più che una meta, è una consacrazione.

Monaco-Barcellona: Mike James e il confine tra genio e redenzione: quando parliamo di Monaco-Barcellona, non parliamo solo di pallacanestro. Parliamo di filosofie opposte che si scontrano. Il Monaco di Vassilis Spanoulis ha fatto del controllo e dell’individualità il suo manifesto: Mike James, il funambolo del Principato, è la sintesi perfetta di questa squadra, tanto brillante quanto fragile. Le prime due vittorie al Gaston Médecin sembravano la premessa per un 3-0 netto. Ma il Barcellona ha saputo rientrare in carreggiata, affidandosi a una coralità rinnovata sotto Joan Penarroya e alla leadership silenziosa di giocatori come Jabari Parker e Tomas Satoransky. Il fattore campo torna centrale, ma la vera domanda è: chi si prenderà la responsabilità negli ultimi due minuti? James ha il talento per farlo, ma il Barcellona ha la disciplina.

Panathinaikos-Efes: il caos ordinato di Ataman contro il pragmatismo di Banchi: Ad Atene si consumerà un’altra battaglia, forse ancora più nervosa. Da una parte c’è il Panathinaikos del vulcanico Ergin Ataman, costruito con investimenti faraonici. Dall’altra un Anadolu Efes che ha saputo reinventarsi sotto la guida di Luca Banchi, uno che con poco fa sempre tanto. La serie è stata altalenante, emozionale, quasi irrazionale: il Pana ha mostrato picchi altissimi e blackout inspiegabili. L’Efes, invece, è sembrato più lucido, meno spettacolare, ma più coeso. Il clima dell’OAKA sarà incandescente, una bolgia che può trasformarsi tanto in carburante quanto in zavorra. In mezzo, due allenatori profondamente diversi: Ataman, gestore di fuoco, e Banchi, maestro di equilibrio e scelte misurate. Sarà anche una sfida tra caos e compostezza.

Il senso di una notte: in fondo, questi Game 5 sono microcosmi del basket europeo contemporaneo: strutture ricchissime contro sistemi più leggeri e resilienti, individualità che provano a decidere tutto contro collettivi che costruiscono pazientemente. Abu Dhabi aspetta. Non solo i nomi, ma le storie. Non solo i roster, ma le identità. Perché una Final Four è memoria. E quella di domani sera sarà scritta con mani tremanti, gambe pesanti e menti lucide. O almeno, così sperano.