LBA - Un identikit per il nuovo presidente di Legabasket

LBA - Un identikit per il nuovo presidente di Legabasket

Avvertenze per l'uso. In questo editoriale non sponsorizzeremo nessun nome, primo perché non ci interessa nè ci aiuta a svolgere al meglio il nostro lavoro, secondo perché verranno fatti nomi in questi giorni per bruciarli sull'altare della casualità e dei conflitti di interessi.

Non a caso, stamattina è stato tirato fuori quello prestigioso di Carlo Recalcati prima ancora di andare a definire profilo e compiti del nuovo presidente. Il giusto sistema per lanciare la sensazione a cui non si può dir di no - per avere un presidente che all'atto pratico non conterà una cippa.

Non è più tempo per giochi di bottega (palazzo è una parola impegnativa, lasciamola al calcio) nè della girandola di nomi già visti all'opera spacciati come novità (anche lì, lasciamoli al calcio).

La triade di saggi si dovrà scornare prima al suo interno dove ognuno farà piazza pulita delle preferenze personali degli altri. Esaurita la lista degli yes-men di parte, toccherà a quella degli yes-men tripartisan. (e sempre la spada di Damocle della FIP sulla testa, che non rinuncerà a dir la sua...)

Al contrario, dopo averne visti passare così tanti di soggetti dal curriculum tecnicamente perfetto in troppi anni di vivacchiamento della pallacanestro italiana, riteniamo di proporre un profilo che dovrà dividere e far discutere.

Un uomo di esperienza polivalente, magari (ma è difficile) ex giocatore o dirigente che conosca i meccanismi interni delle società. Che sia dal punto di vista mediatico spendibile, meglio se in passato critico attento e pungente delle vicende nostrane. Aggiornato con i tempi audiovisivi in cui viviamo e operiamo.

Autorevole nel trattare i rinnovi con gli operatori televisivi, ma anche nell'imporsi ai capricci di troppe società ballerine. Che non ami troppo i proclami, che di furia francese e ritirate spagnole ne abbiamo viste anche troppe (una delle ultime la boutade dei palazzetti obbligatori da 5000 posti...). Che sia schietto e capace di farsi firmare dai club una delega quasi in bianco.

Tra una risata e un aggrottar di fronte vi siete resi conto che chiediamo molto, forse troppo. Ma una squadra di pallacanestro in serie A per fare un campionato dignitoso non costa meno di 4 milioni. Che nel giro di qualche anno dovranno almeno raddoppiare pena vedere Olimpia Milano e Virtus Bologna passare esclusivamente all' EuroLeague, in assenza di un campionato di un qualche interesse sportivo e mediatico.