Sottocanestro i procuratori trovano il 5%

Semplificherà la vita ai procuratori che operano nel mondo del basket. Ma il nuovo regolamento approvato dalla Federazione italiana pallacanestro, rischia di aprire la strada a un doppio compenso per gli agenti impegnati nell'intermediazione. L'articolo 8.5 del nuovo schema approvato dalla Federbasket lo scorso aprile, prevede infatti che, nel caso in cui non sia espressamente stabilito dal contratto, il compenso per i procuratori si intende pari al 5% del compenso lordo percepito dall'atleta. E visto che le federazioni nazionali, fatta eccezione per quella americana, prevedono che gli agenti siano pagati direttamente dalle squadre, secondo alcuni addetti ai lavori si può aprire la strada a un doppio incasso per i procuratori: uno dalla squadra che fa l'affare e l'altro dal giocatore. Gli atleti sono avvisati: mettete tutto per iscritto all'interno dei termini per l'accordo. La parte più rilevante della recente integrazione del regolamento della Federbasket riguarda il riconoscimento a livello mondiale dei procuratori iscritti nel registro dell'organo nazionale. Da oggi insomma, gli aspiranti intermediari potranno risparmiarsi il viaggio a Ginevra per sostenere le prove fino a ieri necessarie per poter avere accesso all'intermediazione sotto il marchio Federazione intemazionale (Fiba). È l'intervento più importante, dopo quello avvenuto nel 2003, che ha aperto ai procuratori le porte del settore dilettantistico. Fino ad allora, infatti, gli agenti potevano svolgere la loro attività solo nelle serie A e A2. L'intervento è stato salutato con favore dai diretti interessati: «È un'evoluzione importante - dice Piero Mesturini, presidente commissione procuratori della Fip - perché è un riconoscimento di reciprocità: la Fiba riconosce gli agenti Fip italiani, mentre prima valeva solo il contrario». I procuratori italiani, però, per il riconoscimento pagheranno una tassa all'organo del basket mondiale. Tra gli obiettivi del nuovo regolamento far emergere il sommerso: "Abbiamo voluto porre un freno agli operatori non riconosciuti - aggiunge Mesturini - le sanzioni per attività irregolari sono pesantissime, ma da sole non bastavano". Un intervento in nome della trasparenza.
P.T