NCAA - Dieci protagonisti del torneo 2024 da conoscere

Tutto pronto per l'inizio della kermesse collegiale che comincerà stasera. Come consueto impossibile fare pronostici, UConn prova a difendere il titolo
20.03.2024 08:15 di  Lorenzo Belli   vedi letture
Fonte: Basketball Scouting Service
Enrique Freeman (Akron Zips)
Enrique Freeman (Akron Zips)

Terminati i tornei di Conference è giunto il momento più atteso da tutti gli appassionati del basket universitario americano: la Big Dance, il torneo che vedrà coinvolte 68 squadre di college in un tabellone ad eliminazione diretta che decreterà i campioni NCAA 2024. Come sempre ricca di emozioni, storie e personaggi da raccontare la March Madness (LEGGI IL PROGRAMMA) significa per molti giocatori il capitolo finale della propria carriera a livello collegiale. Andiamo a scoprire alcuni dei profili -tra cui sei freschi MVP nei rispettivi tornei di Conference- che giocheranno la loro ultima gara NCAA in questi giorni per poi passare al professionismo, nel prossimo futuro potranno diventare nomi conosciuti sui parquet europei (e chissà, magari anche quelli italiani).

Shahada Wells (McNeese State Cowboys) Talento incompreso a TCU, le sue abilità di realizzatore (17.8 ppg) hanno dato un senso ad una delle migliori difese dell’intero mondo collegiale riportando i Cowboys alla Big Dance, vincendo 30 partite, da cui mancavano dal 2002. Giocatore dell’anno per la Southland ed MVP del torneo di Conference a 27 punti di media, serio candidato per calzare la scarpetta da Cinderella. 

Jaelen House (New Mexico Lobos). Figlio d’arte, il papà è Eddie che per tanti anni ha calcato i campi NBA, che ha trascinato i suoi a ben tre upset, l’ultimo contro i vice-campioni nazionali in carica di San Diego State, nel torneo di Conference meritandosi il titolo di MVP ad oltre 23 punti di media. Scorer, leader e clutch sono tre caratteristiche fondamentali quando si comincia a ballare nelle gare dentro-fuori. 

Tyon Grant-Foster (Grand Canyon Lopes). Nel Novembre 2021 un malore improvviso, per due anni non può giocare. Quando rientra in campo il suo talento cristallino torna a riempire di gioia gli occhi di chi ama questo gioco, trascina GCU ad un record di 28-4 e poi si prende il titolo di MVP del torneo di Conference. La sua sfortunata carriera NCAA terminerà come giusto alla Big-Dance con una porta aperta per una chiamata al secondo giro NBA. 

Riley Minix (Morehead State Eagles) Quattro anni e laurea presa a livello NAIA, per il suo ultimo anno di eleggibilità prova il grande salto. Devastante: 20.8 punti con il 64% da 2P, 9.7 rimbalzi e 1 stoppata a cui aggiungere 2.3 assist il titolo di giocatore dell’anno per la OVC e il titolo di Conference con 26 punti sia in semifinale che in finale. Uscito dal sommerso può essere uno dei rookie di maggior impatto la prossima stagione in Europa. 

Enrique Freeman (Akron Zips). Da walk-on a tre stagioni consecutive in doppia-doppia di media, un concentrato di energia che ha vinto per la seconda volta il titolo di MVP della Conference e per la quarta è stato inserito nel miglior quintetto difensivo. In semifinale contro Ohio (gara vinta di 3 punti) è stato epico: 24 punti, 21 rimbalzi e 7 stoppate, in finale si è limitato ad un 17-11-4 lasciando ad Alì-Alì il ruolo di top-scorer.

Dae Dae Grant (Duquesne Dukes). Dopo 47 anni i Dukes si impongono nella Atlantic-10 tornando alla Big Dance e lo fanno da underdog ma con grandi meriti: eliminati Dayton, St. Bonaventure e in una agonica finale (57-51) VCU grazie al dynamic duo composto dal MVP capace di essere top scorer nelle ultime due gare (26 in semifinale e 10 in finale) e il suo braccio destro Jimmy Clark. Il contorno non sembra poter aiutare molto ma loro compongono uno dei migliori backcourt della NCAA.

Max Abmas (Texas Longhorns). Salito alla ribalta per aver portato Oral Roberts a calzare la scarpetta di Cinderella nel 2021, per la sua ultima stagione si è trasferito alla corte di coach Terry. Non un regular season spettacolare ma ha cominciato a sentire profumo di March Madness: 33 punti a Baylor, 26 a Kansas State. Non sono stati sufficienti per vincere la Big 12 ma utili a metterlo in moto

Zyon Pullin (Florida Gators). Dopo aver dominato nel Big West ha deciso di trasferirsi sulla costa opposta in un college di alto livello e ne ha preso le redini con una autorità disarmante. Ha finalmente la possibilità di esordire alla Big Dance e ha contribuito a raggiungere la finale della SEC (poi persa) con 19 punti ad Alabama, 15 a Texas A&M ed Auburn pur come losing effort.    

Kenan Blackshear (Nevada Wolfpack). All-around in grado di poter fare tutto sul campo o quasi, il tiro da 3 punti è la sua kryptonite. Recuperato in tempi ristretti da un infortunio che rischiava di fargli saltare il suo ultimo Marzo: 16 punti e 7.5 assist nelle ultime due gare in una Mountain West mai così competitiva e in grado di mandare ben 6 squadre alla Big Dance

Darnell Brodie (Drake Bulldogs). La stella è senza alcun dubbio Tucker DeVries ma lui è il bodyguard speciale: 120 kg di muscoli spalmati su 208 cm che fanno il vuoto nelle vicinanze del canestro. Solido dal campo (63.3% dal campo) con la sua carica è un trascinatore a livello di carattere e nella finale di Conference ha segnato 17 punti negando la gioia del titolo e della Big Dance all’ottima Indiana State. 

Basketball Scouting Service è l’evoluzione del progetto di Italian Basketball Scouting, una piattaforma dedicata esclusivamente a scoprire nuovi talenti ed assistere le società nel ampliare il proprio database di conoscenze. Vi sono pubblicati oltre 500 profili di giocatori e viene aggiornata in maniera quotidiana, una fonte costante e continua di informazioni ed analisi in cui vengono analizzati i più interessanti talenti del mondo NCAA pronti a diventare giocatori professionisti.