Folla per l'addio al professor Cescutti

12.04.2011 12:18 di  Brean Tabangay   vedi letture
Fonte: Messaggero Veneto
Manlio Cescutti
Manlio Cescutti

Coraggio, lealtà, coerenza e dignità. Sono i valori che hanno ispirato la vita di Manlio Cescutti, storica figura dello sport udinese, morto sabato a 83 anni. E ieri il duomo così come la piazza antistante erano gremiti per l'ultimo saluto al professore, che fu a lungo presidentissimo del Coni, fondatore del basket udinese, ma soprattutto padre e nonno affettuoso, come ha ricordato il figlio Massimo al termine del rito funebre officiato da monsignor Luciano Nobile. «In pochi conoscono la tua passione per i bambini e per i tuoi nipoti in particolare - ha ricordato il figlio maggiore -. Pur di giocare con loro ti rotolavi a terra, forse per recuperare quella fanciullezza persa dei tuoi figli, perché tenuto lontano dal lavoro». Cescutti è stato un uomo tutto d'un pezzo. «A un’ analisi superficiale - ha proseguito il primogenito – potevi sembrare un uomo ingenuo: la stretta di mano era un contratto e avresti fatto tutto per difendere un amico, ma se tradito non te ne dimenticavi. "Un uomo vale quanto la sua parola" ripetevi. Venivi rimproverato perché non cambiavi mai idea, ma ribattevi "che soltanto i mediocri la cambiano spesso"».
Il professor Cescutti da dieci anni combatteva strenuamente una dura malattia «che però non lo ha mai piegato - ha detto ancora Massimo. Completamente immobilizzato a letto non rinunciava ogni giorno a farsi leggere il giornale. Il giorno prima di morire, la mamma accarezzandolo gli chiese se stava soffrendo. Lui, scostando la maschera dell'ossigeno e con un filo di voce, rispose: "Quando mi accarezza una donna non sento mai male". Adesso ci mancherà tantissimo il nostro faro, un padre severo, ma giusto. Ciao Manlio, sei stato un signore».
Foltissima alle esequie la presenza delle istituzioni, dell' imprenditoria, del commercio, della sanità, naturalmente dello sport, ma su tutti non si può fare a meno di ricordare Boris Kristancic, l'allenatore della Snaidero voluto nel 1968 da Cescutti e che seppe agguantare la promozione in A. Anche il presidente Dino Meneghin, a titolo personale e a nome di tutta la Federazione Italiana Pallacanestro, ha voluto condividere il dolore dicendo - come si legge sul sito della Fip - «di essere vicino al fratello Nino Cescutti, ex azzurro, e a tutta la famiglia.

Michela Zanutto