LBA e diritti televisivi, oggi una Assemblea incerta sul da farsi

LBA e diritti televisivi, oggi una Assemblea incerta sul da farsi
© foto di Ciamillo

I social media sono belli, e LBA è stata attraente con una sana politica di iniziative cui per fortuna i club della serie A sono rimasti estranei e non hanno messo bocca, e il presidente Umberto Gandini ha potuto raccogliere tante soddisfazioni certificate dai numeri. Purtroppo non danno dividendi economici rilevanti per cui, alla fine, si deve fare i conti con chi paga, e con il prodotto offerto, spesso di qualità inferiore a quello che la giornata di campionato poteva offrire. E qui i club hanno messo tanta voce in capitolo e logicamente i mercati più piccoli non hanno contribuito, a partire dagli abbonamenti a DAZN, a raggiungere quella massa critica che consente all'emittente televisiva di guadagnare e al movimento di crescere audiovisivamente. Tutto questo ce lo dice il silenzio intorno ai dati di ascolto, mai comunicati in questo triennio né da LBA né dalle emittenti per un movimento che non riesce ad uscire dal prodotto di nicchia in cui si è relegato ormai da molti anni, ben prima dell'arrivo del manager varesino.

Affiancato da Maurizio Gherardini, che come è noto prenderà i poteri di presidente di Legabasket dopo l'approvazione del bilancio 2024-25 ad ottobre, oggi Gandini conduce una Assemblea in videoconferenza che, dopo il saluto alle nuove arrivate in serie A Cantù e Udine, vedrà la discussione incentrarsi sull'argomento dei diritti televisivi. Sintetizziamo le puntate precedenti: dei tre pacchetti in offerta uno, quello relativo ai diritti satellitari, sembra aver preso una direzione precisa, ossia quella di Sky che deve alimentare il suo nuovo canale tematico basket e vorrebbe offrire tre passaggi settimanali. Il secondo, il basket in chiaro, vede l'offerta al venerdì per una gara su RaiSport non compatibile con l'EuroLeague di Olimpia Milano e Virtus Bologna. Una soluzione potrebbe arrivare attraverso il canale 8, col bis di Sky. Quale sia l'emittente, le società dovranno fare i conti con il dato di ascolto medio di quella scelta: una legge capestro della TV porta a sopprimere i programmi che non fanno audience. E senza offesa e solo per fare un esempio, i bacini di utenza di un Tortona-Cremona non sono in grado di tirarla su.

Il terzo pacchetto, il dente che duole, è lo streaming che con DAZN l'ha fatto da padrone negli ultimi tre anni. DAZN non comunica dati, ma riteniamo che gli abbonati al basket della sua offerta complessiva non arrivino nemmeno alla doppia cifra percentuale, e se i 3.500 presenti al Taliercio, sempre e solo per fare un esempio, sono a palazzo non guardano la Reyer in streaming... Non a caso, qualche giorno fa, avevamo scritto che a Venezia dovranno lavorare sodo per riempire un palazzetto nuovo da 10.000 posti a sedere. Oggi c'è sul tavolo una proposta di partnership della società Deltatre per realizzare una LBA TV che produca, commercializzi e trasmetta in streaming tutte le partite e sembra che abbia un valore triplo rispetto alla proposta formulata da DAZN per il rinnovo. Prendere questa strada significherebbe aprire una redazione, assumere giornalisti, creare dal nulla un sistema operativo in appena una decina di settimane perché c'è la Supercoppa italiana a fine settembre. Con tanta fretta, si. Con quali costi? In Toscana si dice "Mangiare l'uovo in c**o alla gallina"...