LBA - Ettore Messina: "Futuro? Quando penso sarà il momento, farò il presidente di Milano"

LBA - Ettore Messina: "Futuro? Quando penso sarà il momento, farò il presidente di Milano"
© foto di Savino Paolella

Intervistato da Gianluca Gazzoli al BSMT, il coach dell'Olimpia Milano Ettore Messina ha parlato anche del suo futuro: "Se immagino il mio ruolo sempre all'Olimpia? Quando penso sarà il momento, farò il presidente. Così mi hanno chiesto il signor Armani e Leo [Dell'Orco], con loro mi trovo benissimo. Milano sarà l'ultima destinazione della mia carriera. Abbiamo ancora molto da fare, dobbiamo continuare a crescere",  ha detto il coach biancorosso.

Sul ritiro di Gigi Datome. "Mi aspettavo il ritiro? No. Durante l'anno ho visto la sua sofferenza fisica, però pensavo, sbagliando, che avrebbe voluto provare a finire dopo una buona stagione di EuroLeague. Credo però abbia fatto la scelta giusta. Finire come ha fatto lui, per un'atleta è la cosa più bella. Tutti di solito finiamo con una sconfitta..."

Sul ritorno in Italia, coach Messina ricorda. "Quando ho deciso? Non l'ho fatto. Avevo contratto con gli Spurs, ero contento. Avevo fatto l'ennesima interview e hanno preso l'altro. Ho fatto un buon numero di interview finali, in cui si parla con il proprietario. E prendevano sempre l'altro. Ricevo una telefonata per un invito a venire a parlare con il signor Armani e Leo, "lei cosa farebbe...?". "Secondo me bisognerebbe provare a fare così, così e così". Soprattutto dal punto di vista organizzativo, delle relazioni ecc... Possiamo dire che volevo avere l'ultima parola su tutto? Sì. Perché volevo evitare di trovarmi in una di quelle situazioni tipicamente europee, dove c'è un tuo alter ego che se per qualsiasi motivo non è chiaro come abbiamo preso determinati giocatori, succede che tu che li hai presi dici io li alleno male. Io che alleno penso che tu li hai presi scarsi. Succede sempre così. Non vuol dire che scelgo tutti io i giocatori, ma che ho l'ultima parola. Ci sono persone che insieme a me lavorano per mettere insieme la squadra. E anche, se tu sei l'unico punto di riferimento, il giocatore sa perfettamente com'è la situazione. La cosa peggiore che può accadere è quando si perde, non c'è allineamento, è umano trovare qualche spalla su cui sfogarsi. Ho proposto una struttura simile a quella che c'è a San Antonio, che l'ho vissuta per cinque anni. Ma anche al CSKA e alla Virtus. Il signor Armani ha apprezzato la proposta e mi hanno offerto il contratto. Ho chiesto di tornare a casa e parlarne con mia moglie e Popovich, era un cambio radicale. Anche perché finché vivi all'estero tutti ti vogliono bene. Appena torni nel villaggio, stai sulle balle almeno a metà delle persone. E comincia una vita di sofferenza sportiva. Faccio una roba per cui sono fortunatissimo. Per due notti non abbiamo dormito, ho subito il fascino di Giorgio Armani. Una persona che secondo me ha un carisma che ti coinvolge..."

Su Pozzecco. " L'esperienza insieme è stata molto interessante e largamente positiva, ci sono stati i momenti magari più complessi. Però sicuramente estremamente positiva, è stato un pezzo importante di una squadra che ha vinto uno scudetto. Ci ha sicuramente dato molto. Il lavoro di allenatore della Nazionale secondo me è molto delicato. Credo che la cosa importante sia che tutto l'ambiente lo accetti, come tutte le persone, nel bene e nel male per quello che è. E soprattutto credo che tutta questa discussione che c'è stata durante l'estate sul un ruolo da coordinatore piuttosto che allenatore, alla fine lui sia sereno allenando la squadra. Una squadra con cui si trova bene, con cui ha creato dei rapporti. Che è il suo asset migliore soprattutto per una squadra nazionale, dove dovendo lavorare sotto una grande pressione per un periodo limitato di tempo, la capacità di costruire il gruppo - dove lui è sicuramente molto bravo - è fondamentale. Perché magari tu come allenatore vai lì e provi a insistere di più su altre cose e crei più difficoltà alla squadra che non incentrandoti su determinati altri obiettivi. Mi è dispiaciuto, da tifoso, aver perso le ultime tre partite. Ma ci sta, la delusione della partita persa contro gli Stati Uniti è rimasta nella testa e nelle gambe...

Messina ha avuto modo di confrontarsi in NBA con Kobe Bryant: “Con giocatori del suo calibro, tu vai in palestra con loro… tu Kobe non lo alleni, vai in palestra con lui e lo aiuti a rimanere Kobe Bryant e lui ti aiuta a guidare la squadra e a cercare di fare in modo che quella squadra sia vincente. Devi fare in modo di avere condivisioni con lui, un po’ per la magnitudine di questo personaggi ma anche per il sistema americano molto improntato al peso del giocatore. Quando ero a Los Angeles, viene rinnovato il secondo contratto con i diritti televisivi locali per le partite dei Lakers; uno delle clausole diceva che quel contratto aveva il valore prefissato fino a quando Kobe avesse giocato. C’è quindi un’importanza che va al di là dell’aspetto tecnico del giocatore”.

Il rapporto con Manu Ginobili. “Quando nel suo discorso ha cominciato parlando della sua carriera italiana, ti ringrazia per quello che hai fatto per lui, mi sono veramente commosso… Sono i momenti in cui pensi che la tua carriera sta piano piano finendo e che c’è qualcuno che ti vuole bene, che ti ha accettato con i tuoi difetti e che va al di là della questione sportiva. In questo poi gli americani sono bravi perché la storia la valorizzano molto”.