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LBA - Treviso, Vitucci torna dal Las Vegas con nomi sul taccuino

MERCATO LBA - Treviso, Vitucci torna dal Las Vegas con nomi sul taccuino
© foto di Masi/Ciamillo

Francesco Vitucci, coach della Nutribullet Treviso, è sulla via di ritorno dalla sua esperienza alla NBA Summer League - che oggi eleggerà la squadra campione nel confronto tra Grizzlies e Heat - assieme al ds Simone Giofrè, e si offre ad un commento sulle pagine de La Tribuna di Treviso in edicola nella giornata odierna.

Visionati tanti giocatori. "Abbiamo visto un bel po' di giocatori, ci siamo aggiornati, ora vediamo cosa salterà fuori. Di concreto per ora non c'è nulla, nel senso che non siamo tornati a casa con in tasca chissà cosa. In ogni caso è sempre meglio andar lì a vedere personalmente i giocatori, è come guardare una partita al palazzo piuttosto che da casa: in questo modo puoi avere sensazioni differenti, diversi contatti, insomma una visione delle cose migliore”.

Cosa serve alla Nutribullet. "Questo è il periodo in cui ci si guarda attorno, si capisce cosa c'è sul mercato e le tendenze dei giocatori, si raccolgono informazioni. In sostanza si preparano le scelte future, che per noi sono il 4 del quintetto con le caratteristiche che ci servono ed un esterno multiruolo, un'ala piccola”.

La Treviso 2024-25 sarà diversa da quella dello scorso anno. "Quest'anno puntiamo più sull'affidabilità e sul fatto che i cinque che sono rimasti possano diventare se non un vantaggio almeno una solida base di partenza. Oltre a ciò, non sono da trascurare i due nuovi italiani, Mazzola e Mascolo i quali, con i due americani da firmare, ci dovranno dare quel qualcosa di nuovo rispetto al gruppo che abbiamo voluto mantenere”.

La conferma di metà del roster è infatti una scelta particolare. "Per due motivi: i confermati hanno dimostrato, nella seconda metà di stagione, un attaccamento importante alla maglia, oltre a rilevanti qualità tecniche ed umane. Da qui l'affidabilità di cui sopra. Inoltre, la conferma se la sono meritata tutta, mica eravamo obbligati a tenerli qui. Oltretutto non ci aspettavamo che qualcuno potesse accettare così facilmente di restare, vedi Bowman e Olisevicius”.