LBA - Trieste, Juan Fernandez "Ecco perché ho lasciato: ero depresso"

LBA - Trieste, Juan Fernandez "Ecco perché ho lasciato: ero depresso"

Una lunga lettera di Juan Fernandez, amatissimo playmaker della Pallacanestro Trieste, è stata pubblicata su Il Piccolo. L'argentino spiega i motivi che nella passata stagione l'hanno spinto a tornare in aptria.

"Trieste, È passato più di un anno dal mio ritiro e mi sento onorato di poter rivolgermi a voi tramite questa lettera. Quando ho preso la decisione di allontanarmi dal basket, non ero pronto a entrare nei dettagli su ciò che stava accadendo nella mia vita. Ma con il tempo, ho sentito di dovervi una spiegazione. Sono grato per l'opportunità di condividere la mia storia con voi.

Voglio cominciare dicendo che sono anche molto grato che gli eventi che hanno portato al mio ritiro siano accaduti a Trieste. È stato il posto perfetto per concludere la mia carriera. La città, la squadra e i tifosi avranno sempre un posto speciale nel mio cuore. Ma ciò che ha reso il mio tempo in questa città indimenticabile sono le relazioni e i rapporti che abbiamo creato con tante persone.

L'amore e il supporto che ci avete dimostrato a me e alla mia famiglia durante uno dei periodi più diffìcili della mia vita hanno reso la transizione più facile per noi. Trieste è diventata la nostra casa e avremo sempre nel cuore i ricordi che abbiamo fatto con tutti voi. Ho lasciato il basket perché avevo bisogno di dare priorità alla mia famiglia e alla mia salute mentale. Non è stata una decisione facile da prendere e mi scuso per com'è accaduta.

Ma voglio che sappiate che il vostro amore, supporto e comprensione in quel periodo hanno significato il mondo per me. È stato commovente vedere l'impatto positivo che una comunità può avere su qualcuno che affronta le proprie sfide, e ne sarò per sempre grato. Mi fa felice vedere l'arena di nuovo piena, con l'entusiasmo e l'energia che rendono Trieste un posto unico e speciale per cui giocare.

Io e la mia famiglia vi tifiamo sempre da lontano e non vediamo l'ora di tornare a vedere una partita in palazzetto con voi. Adesso vi scrivo da un nuovo capitolo della mia vita. Ho trovato una nuova passione e uno scopo attraverso il life coaching. Sto completando la mia certificazione per diventare un life coach riconosciuto, con l'obiettivo di lavorare principalmente con atleti professionisti.

La salute mentale è importante e voglio assicurarmi che gli atleti con cui lavoro capiscano che lo sport e una parte importantissima della loro vita, ma che le altre aree non devono essere dimenticate. Cerco di dare loro gli strumenti per superare le proprie sfide, continuare la loro carriera con uno scopo, diventare confortevoli con la loro vulnerabilità, e continuare a crescere e sviluppare tutte le loro caratteristiche.

Le mie esperienze con il burnout e la depressione mi hanno fatto capire che non volevo solamente fare tutto il possibile per non doverci passare di nuovo, ma sentivo anche la chiamata di mettere la mia energia nel fare in modo che nessun altro dovesse provare quei sentimenti. Per me, qui risiede l'importanza di questo lavoro e sono entusiasta di contribuire.

Voglio lasciarvi con questo messaggio: non possiamo sempre accontentare tutti con le nostre scelte. A volte, dobbiamo fare ciò che sentiamo giusto per noi, anche se si tratta di scelte non convenzionali che sfidano lo status quo. Lasciare Trieste e la squadra nel modo in cui ho fatto è stato straziante per me, più di quanto possiate immaginare.

Ma vedendo come la mia vita è evoluta positivamente da allora, sono convinto che fosse la decisione giusta al momento. Come ho detto, il vostro amore e supporto hanno reso la transizione molto più facile per me e la mia famiglia. Sono grato per questo e non lo do per scontato. Vi incoraggio a prendere sempre decisioni che si allineano ai vostri valori e alle vostre priorità, cercando aiuto e supporto quando necessario, e trovando uno scopo e una realizzazione in ciò che fate. Vi prometto che io e la mia famiglia torneremo presto a Trieste, a trovare i nostri vecchi amici e fare una passeggiata in Piazza Unità, ricordando alcuni dei migliori anni delle nostre vite."