La Virtus Bologna dice addio a Gandolfi, presidente della rinascita negli anni '70

La famiglia di Virtus Pallacanestro perde un figlio appassionato e fedele. Se ne è andato, all’età di 75 anni, Fiero Gandolfi, che fu prima giocatore poi presidente, negli anni della rinascita “porelliana”, dal 1971 al 1976, e sempre con la V nera sul petto e nel cuore. Da giocatore iniziò giovanissimo, arrivando nel giro della prima squadra, dove giocò due partite nella stagione ‘57/58 (dopo aver fatto cose egregie nelle categoria giovanili, compresa una storica partita da 52 punti realizzati) e si mise in luce tanto da essere selezionato per essere visionato quale possibile probabile olimpico per Roma 1960. Altrettanto giovane, appese le scarpette al chiodo per completare gli studi, ma all’inizio degli anni Settanta si trovò, chiamato dall’avvocato Porelli, al vertice della società come presidente. Furono anni di rinascita, con lui al timone: la Virtus di Fultz, che vinse la Coppa Italia nel 1974, quella di McMillen e poi di Driscoll (con Dan Peterson come denominatore comune), che vinse lo scudetto nel 1976, dopo vent’anni di attesa. Da imprenditore di razza, ha dedicato la sua vita lavorativa al ramo immobiliare, con grande successo. Fiero era, tra l’altro, zio di un altro grande talento dello sport bolognese, Alberto Tomba, che di recente ha ricordato in un’intervista al nostro sito di aver ricevuto proprio da lui l’eredità della passione per la V nera. Virtus Pallacanestro si stringe con affetto, in questo momento di immenso dolore, alla moglie Anna Rosa, alle figlie Simona e Stefania a tutta la famiglia di un grande virtussino. Oggi, prima della partita Dolomiti Trento-Granarolo Bologna, verrà osservato un minuto di silenzio in suo ricordo.