NCAA - Francesca Pan, una storia italiana a Georgia Tech

NCAA - Francesca Pan, una storia italiana a Georgia Tech

Francesca Pan, dalla Reyer e dall'Italia per una storia di successo nella NCAA. Raccontata dalla tastiera di Riccardo Pratesi per La Gazzetta dello Sport (qui l'articolo completo). Miglior realizzatrice delle Giacchette Gialle di Georgia Tech, l’ateneo di Atlanta dal sangue blu, come pallacanestro, che ha sfornato Stephon Marbury e Chris Bosh. La maglia azzurra della Nazionale maggiore già assaggiata, candidata per l’Europeo 2019. Italiana di successo nella capitale del sud degli Stati Uniti, studentessa di business con specializzazione in finanza, in un istituto che, parole sue, produce milionari, post laurea. Ma per la ragazza bruna classe 1997 di Bassano del Grappa (Vicenza) che al terzo anno da studente/atleta campeggia sul maxischermo dello stadio di football nei promo delle partite delle ragazze del basket, sinora 9 vinte e 3 perse in stagione, non è stato tutto facile. Il lieto fine molto americano pareva improbabile, all’inizio, quando la chiamavano pen, penna, mica Pan. “Ero titubante all’idea di venire a vivere in America. Giocavo nella Reyer, mi sono arrivate offerte di borse di studio Ncaa via Facebook, sono stata pigra nel rispondere. Ma a Georgia Tech giocava Antonia Peresson, ha insistito, e l’allenatrice è venuta in Italia per reclutarmi…”. La famiglia ha dato la spinta decisiva. “I genitori mi hanno detto ‘Prova, è un’esperienza di vita unica, se non funziona torni a casa quando vuoi’. Sono andata ad Atlanta, e all’inizio a lezione non capivo niente. Non sapevo l’inglese. Piangevo ogni giorno. Poi le cose sono migliorate: con l’apprendimento della lingua mi sono sentita come in una seconda famiglia. Ora la considero l’esperienza più bella della mia vita. Voliamo col jet privato della squadra: Bahamas, Messico, di recente la Florida…”.

 

 

 

“Il campus è downtown. Tanti sono in mezzo al nulla, tipo Clemson, sono fortunata per la location metropolitana. Ci sono sempre cose da fare. A 10’ c’è Lenox Square, il centro commerciale, al cinema vado ad Atlantic Station, sono stata al Parco Olimpico (Giochi 1996 nda), nel palazzo della Cnn, la televisione statunitense, all’acquario andrò per il compleanno: costa meno. Ho visitato la tomba di Martin Luther King. Niente auto, mi muovo con Uber. O con le compagne di squadra. Il cibo? Loro sono fissate con hamburger e patatine, ma con Antonia, ora diventata assistente allenatrice, e un paio di altri ragazzi italiani che a Georgia Tech studiano ingegneria aerospaziale andiamo a mangiare la pizza. Anche se una margherita qui costa 20 euro…Abbiamo una mensa atleti per scampare al junk food: petto di pollo e verdure. A febbraio voglio andare a vedere LeBron James contro gli Hawks, la State Farm Arena dista 5’ dal campus. Molte squadre Nba in trasferta vengono ad allenarsi qui, abbiamo fatto le foto coi Kings, con l’ex GTech Shumpert che faceva da Cicerone. Gli atleti si conoscono, sono amica di Okogie matricola di Minnesota da Georgia Tech. Ci sentiamo, sta facendo bene, bravo!”.