LBA - Trey Kell "Sono all'Olimpia per vincere l'EuroLeague"

LBA - Trey Kell "Sono all'Olimpia per vincere l'EuroLeague"

Sempre più introdotto nella nuova realtà dell'Olimpia Milano in emergenza infortuni+Covid dopo i primi mesi in Italia passati con la maglia della Pallacanestro Varese, arriva per Trey Kell anche l'intervista con La Repubblica edizione Milano. Un sunto dei passaggi.

Il grande salto. Ho detto subito alla mamma che a Milano sarebbe stato diverso rispetto alle altre squadre nelle quali ho giocato. Segue tutte le mie partite, ci sentiamo appena finiscono­. Finora, negli Stati Uniti, non poteva guardarle in tv, segue le statistiche, poi mi chiede "cosa è successo in quella giocata", vuole sapere tutto.

Il CSKA. L'ho avvertita di non guardare troppo le statistiche perché a Milano avrei dovuto avere un gioco più orientato verso la squadra. Le cose stanno filando abbastanza lisce, tutti all'Olimpia stanno facendo un grande lavoro per mettermi a mio agio, farmi sentire come se fossi qui da inizio stagione ed essere me stesso in campo. Conosco già la città, ci sono venuto qualche volta da Varese, mi piace e sono molto eccitato dal poter giocare in una grande squadra nella competizione più importante al mondo dopo la NBA.

Mentalità. Credo che l'aggiustamento maggiore da fare a Milano riguardi la mentalità, perché ovviamente all'Olimpia ho molti compagni che hanno scritto la storia del basket europeo e non avrò sempre la palla in mano col compito di segnare molto come nelle mie precedenti esperienze. Però non mi ritengo un giocatore egoista, sono sempre disponibile a riconoscere quando è il momento di sostenere altri compagni per vincere. Ci sono partite in cui saranno necessari i punti, altre in cui sarà più importante passare la palla o difendere sull'avversario più forte. Peraltro, all'Olimpia, fin da subito, non mi hanno imposto di fare solo determinate cose, vogliono che esprima quello che sono, se sono libero devo tirare.

Ragazzo tranquillo. In America, quelli come me, li definiscono homebody. Mi piace stare in casa e, se non sono all'allenamento, mi vedrete in giro in rare occasioni. Passo molto tempo a parlare con i miei familiari e i miei amici di San Diego. Ho sempre giocato là, l'università era a 5 miglia da casa. Così è stato particolarmente diffìcile andare a giocare e vivere lontano. Ogni volta che lasci gli Stati Uniti devi misurarti con una cultura sempre differente, ma dal mio vecchio coach, ai compagni, alla mia famiglia tutti mi seguono e sostengono sempre, non importa se in California o in Europa: sono il mio gruppo di supporto.

Varese. Mi sono trovato in una situazione difficile; sono stato molto bene anche se, ovviamente, avrei voluto vincere di più. Molte partite punto a punto sono andate dalla parte sbagliata, ma ho sempre dato il massimo e sono grato per l'opportunità ricevuta: ho apprezzato ogni momento a Varese, la città, i miei ex compagni con i quali mi sento ancora. Ma sono ovviamente felice dell'occasione che mi ha dato Milano. Avevo un'offerta dalla Cina, ma il mio obiettivo è vincere l'Eurolega. Non sono venuto all'Olimpia per competere o fare bella figura ma per conquistare il titolo. L'Armani è una grande squadra e ha una reale possibilità di riuscirci.