Uefa: il calcio europeo a Roma per sciommiottare l'EuroLeague

Uefa: il calcio europeo a Roma per sciommiottare l'EuroLeague

Il prossimo 6 e 7 febbraio l'Uefa si riunisce in congresso a Roma. Si dovrebbe discutere di una riforma della Champions League che vada a copiare il modello della EuroLeague di pallacanestro. Per fare un esempio in Italia Juventus, Inter e Milan dovrebbero avere licenze pluriennali (come l'Olimpia Milano, Real o Barcelona) mentre Napoli, Roma, Lazio e Fiorentina che dovrebbero giocarsi sul campo l’accesso alla nuova Champions esclusiva.

E' curioso che tutto si debba decidere a Roma, proprio quando, intervenendo agli Stati Generali del CONI, il  sottosegretario Giorgetti ha spiegato alla platea dei rappresentanti dello sport italiano e poi in una intervista alla Gazzetta dello Sport che "Mi piacerebbe discutere di tante questioni di cui si parla pochissimo, come le organizzazioni private che mettono da parte il risultato sportivo, modello Eurolega di basket. Se si fa in tutte le discipline diventa un caos. Se accettiamo questo principio viene giù tutto."

Già perché il governo ha tolto i soldi alla gestione diretta di Malagò e, se da una parte ha limitato la sacra autonomia dello sport dalla politica, dall'altra ha spazzato via tutta una serie di usanze molto discutibili e percorsi preferenziali per le i vertici federali sono stati attaccati da più parti con accuse più o meno velate di poca trasparenza.

Tornando alle questioni di pallacanestro e considerando che si sta avverando quanto da noi già previsto (qui) da qualche anno (2016), è bene ricordare i requisiti che nel 2012 l’EuroLeague aveva diramato per le squadre che volessero accedere alla licenza A:

1) La sede di gioco deve essere situata in un’area urbana di 200.000 abitanti.

2) Disporre di un palazzetto di almeno 10.000 posti con possibilità di ottenere una deroga in caso si disponga di un palazzetto da almeno 7.000 posti ed esista un progetto di ampliamento.

3) Presenza di un aeroporto internazionale a meno di 100 km dal palazzetto.

4) Almeno due alberghi a quattro stelle nell’area urbana.

5) Non essere sottoposti a procedura di insolvibilità.

6) Terminare nella prima metà della classifica nel proprio campionato nazionale.

In quel momento Siena e Barcelona ebbero la deroga per via dei palazzetti, poi La Montepaschi si fece fuori da sola e la licenza "italiana" passò all'Olimpia Milano, subito cooptata per non farsela scippare dalla nascente Champions League qualche anno dopo. Una serie di requisiti che impediranno a Cantù o Varese di poter rivincere una coppa di cui hanno scritto la storia, solo per fare due esempi, indipendentemente dalla capacità dei due club di poter tornare a costruire squadre competitive in chiave europea. La domanda è se un governo italiano ha davvero la forza per poter impedire un cambiamento così epocale nella gestione dello sport professionistico dove il merito sportivo non avrà più motivo di esistere.