Femminile: allarme infortuni al crociato. Facciamo qualcosa

Pianeta Basket si fa portatore di un'iniziativa per conoscere le reali dimensioni di un problema che sta falcidiano i campionati femminili. Ecco i numeri
02.03.2024 13:50 di  Eduardo Lubrano  Twitter:    vedi letture
Femminile: allarme infortuni al crociato. Facciamo qualcosa

C’è un dato allarmante che attraversa il basket femminile in tutte le categorie e purtroppo in ogni età: la rottura o la lesione del legamento del crociato delle ginocchia. E’ uno degli infortuni più comuni nel mondo del basket, secondo solo alla distorsione della caviglia – che può avere conseguenze dirette sul ginocchio come vedremo – e prima delle rotture del tendine di Achille e delle lesioni della cuffia dei rotatori delle spalle. Poi ci sono le mani, i polsi, le dita ecc.ecc.

Nel 2022 furono circa 70 gli infortuni al crociato, o almeno questo è il numero conosciuto, quello raccolto da un allenatore di serie A che si è insospettito quando ha visto crescere oltre misura questa situazione. L’anno scorso non ha potuto tenere il conto ma quest’anno e siamo solo a fine febbraio, racconta che siamo già a 40. Il che vuol dire, per dare una diversa interpretazione della cifra, che è come se 4 squadre finora fossero sparite per via di questo infortunio. E l’85% non sono causate da un trauma cioè da un contatto con un’avversaria o magari con una compagna di allenamento.

L’altro dato che colpisce in modo spaventoso è l’età delle ragazze che subiscono “il crociato”: solo ultimamente è toccato a due giocatrici del 2010 e 2011. Molto giovani – ci sono anche 2007 e 2008 nell’elenco conosciuto, forse troppo per un evento così traumatico per la loro carriera. E parliamo di A1, A2, e serie B. E, va ribadito, questi sono solo quelli che in qualche modo sono stati comunicati, quelli “ufficiali”. Possibile che ce ne siano altri. Ci torneremo.

Naturalmente è partita la corsa alle possibili cause perché 40 è un numero troppo alto per etichettare tutto come “sfortuna” declinata in vari modi. Ed allora ecco alcune teorie che sono venute fuori, e sono tutte credibili in assenza, per adesso, di una riflessione seria sui fatti.

Le nuove scarpe da gioco sarebbero troppo aderenti e bloccherebbero i movimenti della gamba, ingessandoli in qualche modo

I vaccini anti Covid ai quali la maggior parte della popolazione italiana si è sottoposta. Il problema più che altro risiede nel fatto che gli atleti che hanno preso il Covid prima del vaccino hanno poi avuto grandi difficoltà e riprendere la loro normale attività e tali effetti in diversi casi si protraggono ancora oggi.

Le pubblicità sui campi da gioco sulle quali troppo spesso vediamo grandi scivolate (vecchia battaglia di Riccardo Pittis che le odiava)

Le distorsioni alla caviglia che se non curate alla perfezione influiscono sull’angolo di piegatura della gamba e dunque costringono le ginocchia a sopportare anche certi movimenti che non dovrebbero

Quantità degli impegni: si gioca troppo, specie le giovani, le Under anzi, chiamate a fare due o tre partite in settimana, e ci si allena poco.

Sulle più giovani poi c'è un altro aspetto:  l’alfabetizzazione motoria estremamente carente e quindi problemi di equilibrio controllo del corpo. Hanno eliminato l’acrobatica ad esempio: le banali capriolette….(Per alfabetizzazione motoria si intende quel processo di apprendimento che consente, a tutti i bambini, di acquisire un repertorio linguistico-motorio, partendo dagli schemi motori, secondo ritmi di maturazione e crescita individuali ed in relazione alle opportunità offerte dal- l'ambiente esterno (famiglia, scuola, comunità).

Un’altra ipotesi, suggerita da un altro coach di serie A, è quella della preparazione fisica. Non tutte le squadre investono come nelle rose sullo staff di preparatori atletici, spesso per motivi economici. E molto spesso capita che i preparatori vengano dal maschile, o fanno tutte e due laddove la società ha maschi e femmine. Il corpo femminile è diverso da quello maschile – sin troppo banale ripeterlo – ed ha quindi necessità di trattamenti diversi. Non si sta accusando nessuno, è solo un’ipotesi basata sullo stato dell’arte.

Ipotesi? Teorie? Supposizioni? Tutte più o meno credibili se non fosse che vengono dal mondo di chi si occupa giornalmente di queste giocatrici ed ha quindi una credibilità a cui dare attenzione. In qualche caso c’è anche la componente sfortuna certamente, ma in qualche caso. Quaranta è un numero enorme per cinque mesi di attività, significa 8 crociati al mese…Beh…

Che fare? Intanto Pianeta Basket si fa portatore di un’istanza importante: conoscere il numero reale di questi infortuni al crociato. Ma anche di altri importanti, perché dal mondo delle giovanili trapela poco eppure sappiamo che qualcosa avviene anche lì. Una volta che si è raccolto il maggior numero di dati possibili - non servono nomi e cognomi sia chiaro e non c’è nessuna caccia ai colpevoli - sarebbe il caso di organizzare un incontro con gli addetti ai lavori per capire come e perché e cosa fare. Insomma concretezza. Perché, è bene ripeterlo ancora una volta, i numeri sono allarmanti. E la salute delle giocatrici va tutelata ad ogni costo.

Noi abbiamo creato un’email alla quale chiediamo a tutte le società di basket femminile di ogni categoria ed età di segnalare – non servono nomi e cognomi ma solo il fatto – eventuali infortuni del crociato delle loro atlete: se è successo in allenamento o in partita, l’età della ragazza, se è stato un trauma o un evento individuale, quanti allenamenti e partite fa la giocatrice in questione. Tutto sarà trattato nel massimo riserbo e nel totale rispetto della privacy ma più dati abbiamo e meglio arriveremo alla radice del problema. Alla fine faremo valutare agli esperti quello che abbiamo raccolto e forse capiremo le motivazioni e quindi cosa si può fare.

Si può scrivere da subito a: infortuni.pianetabasket@gmail.com