Botte da orbi a Pavia per un insulto razzista, aggrediti anche gli arbitri

Fonte: QS
 Botte da orbi a Pavia per un insulto razzista, aggrediti anche gli arbitri

(Flavio Suardi) -  È una storia che condensa quanto di peggio possa accadere su un campo di basket e non solo. Pavia, piazza un tempo prestigiosa in serie A/1 una ventina d'anni fa e ora impegnata nel campionato di serie C Regionale, gioca contro Cassano Magnago: sono due delle migliori squadre del girone C. Partita tirata che a 37" dalla fine vive il suo momento peggiore: Idriss Munyutu conquista un rimbalzo e subito dopo essere stato punito con un fallo, sferra un pugno al volto dell'avversario Marcello Pariani. La causa? Sembrerebbe la reazione ad un insulto razzista che il giocatore pavese avrebbe ricevuto in occasione dell'azione incriminata. Risultato: Munyutu espulso e Pariani con il naso rotto. «Ho sentito l'insulto razzista rivolto a Munyutu con le mie orecchie - afferma l'allenatore della Pallacanestro Pavia Roberto Sacchi - e non è stato l'unico atteggiamento di questo genere che il ragazzo ha subito. Con questo non voglio giustificarne la reazione, perché quella della violenza non può mai essere la strada giusta anche di fronte al più bieco degli insulti. Il ragazzo - conclude Sacelli - si è lasciato sopraffare dall'esasperazione, è già pentito per quello che ha fatto, ma è stato umiliato davanti a tutti». Parola anche a Michele Crugnola, tecnico di Cassano Magnago: «La mia non è una società razzista - dice l'allenatore varesino - tant'è che fino all'anno scorso avevamo in rosa due giocatori di colore con cui non c'è mai stato alcun problema. Penso che l'episodio finale sia stato un fulmine a ciel sereno, visto che nulla aveva lasciato presagire ad una conclusione simile. Pariani è un ragazzo timido e perbene e sono fermamente convinto che non abbia insultato l'avversario». Caos Qualche dubbio resta e riguarda la gestione disciplinare dell'accaduto: possibile che un ragazzo reagisca in maniera così veemente senza un motivo valido? E se l'insulto ci fosse davvero stato, perché nessun provvedimento è stato preso nei confronti di chi l'ha pronunciato? Possibile che a distanza così ravvicinata gli arbitri non siano riusciti a fare luce sull'episodio? Tutti quesiti su cui si dovrà pronunciare il Giudice Sportivo, che sarà chiamato ad esprimersi anche su quanto accaduto nel dopogara. Gli arbitri Civitillo e Quaranta, infatti, sono stati costretti a guadagnare in fretta e furia il tunnel degli spogliatoi, per evitare il contatto con il pubblico pavese inferocito per l'arbitraggio (pare sia partito anche qualche calcio nel fondoschiena). I direttori di gara hanno potuto lasciare il palasport di Pavia solo con la scorta dei Carabinieri, che sono prontamente intervenuti per evitare ulteriori strascichi ad una situazione in cui tutti hanno provveduto a mostrare le qualità peggiori.