Mens Sana, dieci anni fa oggi, il primo scudetto

Il 5 giugno 2004 era un bel giorno di sole, proprio come oggi. Aria elettrica, silenzi scaramantici, mezze parole buttate giù distrattamente, quasi a far credere che il pensiero fosse altrove. Invece eravamo tutti, come si dice a Siena, sul pezzo, pronti a bruciare le ore di attesa verso l'evento che ci appariva irrevocabile. In fondo, si era matato 3-0 prima la Metis Varese, poi la Scavolini Pesaro era stata piegata con lo stesso punteggio con la curva quasi in campo in gara tre, come si era appena visto fare ai marchigiani in televisione.
La vittima designata, e qui non c'era Dio a salvare Isacco dal sacrificio, era la Skipper Bologna di Basile, Delfino e Vujanic. Con Gianmarco Pozzecco a guardare dalla panchina insieme all'imberbe Marco Belinelli, che proprio oggi comincia un'altro ciclo di Finali con gli Spurs. La resa degli avversari era attesa come un atto dovuto perché adesso eravamo i più forti, non solo come una sorta di risarcimento per quella partita stregata di Tel Aviv 102-103 all'overtime che ci aveva negato la finale di Euroleague alla seconda apparizione nel torneo pochi mesi prima.
Palazzetto riempito all'inverosimile dai senesi, fila lunghissime e spintoni per prendersi un posto e dire "C'ero anch'io quando si vinse lo scudetto". Che poi sarebbe stato il primo di una storia talmente recente che conosciamo tutti, non poteva immaginarlo nessuno. Alla fine del primo tempo la resa degli uomini di Jasmin Repesa è chiara 44-35 e il secondo tempo diventa solo il montare della panna per la celebrazione.
Oggi, dopo altri sette scudetti, e tanti trofei italiani, Final Four e campionati di vertice, non c'è nessuno che abbia la voglia di ricordare una impresa clamorosa. Gli dèi del basket, con la serie di fattori concomitanti che determinano chi sarà la squadra vincente, volgevano lo sguardo benigno verso la piccola Mens Sana e il lavoro di Recalcati e perché no, nonostante il presente imbarazzante, di Ferdinando Minucci arrivava alla vetta del successo.
Quello spirito oggi lo ritroviamo nella truppa di Crespi, nell'etica della palestra come luogo dove si preparano le battaglie sportive, nella positiva compattezza di pubblico e tifosi che ama la propria squadra a prescindere. Perché comunque, nell'Olimpo del basket, Siena è ancora l'ultima ad esserci entrata. Alle 17:30 si entrava nell'albo d'oro del campionato trionfalmente con Recalcati, Stefanov, Zukauskas, Rovai, Vukcecic, Vanterpool, Galanda, Thornton, Andersen, Chiacig, Kakiouzis, Ghezzi e Sambugaro.