LBA - Carte segrete salvano Varese e possono mettere la FIP in imbarazzo

16.04.2023 23:59 di  Umberto De Santis  Twitter:    vedi letture
LBA - Carte segrete salvano Varese e possono mettere la FIP in imbarazzo

Salvare Varese dalla penalizzazione di 16 punti ricevuta potrebbe diventare un boomerang contro la Federazione, fino al punto di provocarne il commissariamento? Nel mare di chiacchiere, bugie, mezze ammissioni che ad ogni ora del giorno escono sulla faccenda, ci sono molte cose da chiarire anche senza conoscere le motivazioni della sentenza che dovrebbe arrivare nel pomeriggio di domani, benché oggi la Gazzetta dello Sport scrive di un possibile anticipo nelle prossime ore. Attendiamo, senza ansia.

Da principio abbiamo un club caduto dal pero al momento del comunicato FIP di condanna. Come se non sapessero nulla del processo, come se dalla Procura Federale nessuno li avesse avvertiti dell'indagine, nessuno li avesse ascoltati, nessuno avesse ricevuto le memorie difensive. Oggi il Corriere della Sera scrive di una "carta segreta" che può salvare il club, e La Prealpina la svela affermando che nelle poste di bilancio sia stato inserito un prudenziale accantonamento di 70.000 euro nell'eventualità che potesse arrivare una sentenza negativa sul caso Tepic.

Questo significa che prima del 30 aprile 2022 (data da tenere a mente, perché ci ritorneremo) il club sapeva di avere un procedimento in corso a Losanna. Dove il debito è diventato esecutivo il 25 ottobre, e sul quale Varese ha proceduto al pagamento di 95.000 euro nel corso del mese di dicembre, come scrive QS. Il Corriere della Sera si chiede se ci sia stato un delatore che abbia spifferato tutto alla FIP che tra le due date autunnali ha istruito con la Procura il procedimento. Non possiamo immaginare che FIBA non informi le Federazioni di quello che succede alle loro affiliate in sede di BAT, ma l'ombra del complotto fa vendere più copie...

Torniamo al 30 aprile 2022. In questa data la Com.Tec. chiede alle società di certificare di non avere sospesi con i propri tesserati, quale conditio sine qua non potersi iscrivere al campionato successivo. In questa data Varese (che sa di non aver pagato Tepic) e Eurobasket Roma (che deve soldi a Damian Hollis) dichiarano di non avere questo genere di problema, che in effetti non è certificato in sede FIBA, con un documento che potrebbe essere una autocertificazione del club o una liberatoria firmata dal giocatore interessato (altro dettaglio ancora da verificare). In effetti alla Com.Tec. non sospettano nulla.

Purtroppo per la società di Armando Buonamici all'inizio di luglio il BAT di Hollis si rivela rapidamente come un fungo maligno. E nel giro di pochissime settimane il club capitolino viene estromesso dalla A2 e da tutti i tornei FIP per il 2022-23, per cominciare una lunga causa legale che è approdata fino al TAR del Lazio e vedrà il prossimo sviluppo nel corso del mese di maggio, entro il quale la FIP è stata obbligata a consegnare all'Eurobasket una certa mole di documenti che riguardano altre quattro società di A2 (Ferrara? il suo ritiro dal campionato alla fine di febbraio comincia a puzzare...).

Niente da stupirsi, quindi, se come afferma l'avvocato del club Florenzo Storelli alla Gazzetta "La Procura Federale aveva richiesto la retrocessione diretta della Pallacanestro Varese". Troppo buoni, aggiungiamo noi, visto il precedente!, e giusto per non dare altri argomenti di polemica a Buonamici che esterna pubblicamente i suoi dubbi al Tempo di regole "poco chiare" della FIP e sulla loro applicazione "forse ancor meno chiara". Anche quello di figli e figliastri è un pallino del complottismo.

In tutto questo si innesta una nuova fonte di polemica legale di cui sapremo di più mercoledì 19 aprile in quanto il Collegio di garanzia dello sport dovrà dire la sua sulla vicenda Juventus (a sua volta penalizzata di 15 punti). Vicenda pure molto simile a quella di Varese, poiché sarebbe stata contestata ad entrambe "la mancata lealtà" presupposto per la penalizzazione e/o l'esclusione dal campionato invece dell' "illecito amministrativo" che è sanzionabile con una multa, per quanto corposa. Lo ha scritto ieri Fabio Riva su Tuttosport e questo potrebbe essere l'asso nella manica vero della difesa varesina.

Riva ricorda che una sentenza datata 2016 (la numero 49, per la precisione) del Collegio di garanzia dello sport presso il CONI sosteneva che "se c'è una norma specifica non si può applicare il generale divieto di slealtà sportiva, che ha solo carattere residuale". In parole povere per chi fosse digiuno di arte forense, la mancata comunicazione di un possibile contenzioso con un giocatore sarebbe da condannare con una sanzione amministrativa e non con una penalizzazione di punti (o l'esclusione dall'iscrizione al campionato, ovviamente).

Questa sentenza del 2016 sposa in pieno le argomentazioni difensive della Juventus, del tutto simili a quelle che a mezzo stampa l'avvocato Storelli ha preannunciato per la sua assistita. Nella prossima settimana la pronuncia del Collegio potrebbe decidere anticipatamente del processo in Corte di Appello federale di Varese prima che lo stesso abbia inizio nel caso confermi quanto stabilito sette anni fa. Luis Scola pagherebbe la multa per leggerezze di altri fatte quattro anni or sono e la squadra ritroverebbe colore, classifica e ambizioni.

Tutti felici e contenti? Non certo per il Buonamici, che si ritroverebbe cornuto e mazziato. Ma essendo la sua vicenda approdata e radicata al TAR, con una sentenza favorevole a Varese avrebbe tutte le certezze di questo mondo da far valere fuori dall'ordinamento sportivo che così si dovrebbe piegare alla magistratura ordinaria. Una grossa difficoltà per la FIP che già non può lasciare indifferente il CONI. Ci stupiremmo se la vicenda non fosse sotto una lente d'ingrandimento per Giovanni Malagò, che sulla questione di gestione complessiva della giustizia sportiva potrebbe essere costretta ad azioni di controllo sulla FIP.