Lega A - Olimpia Milano, Sandro Gamba: "Ora si vede la mano di Messina"

Lega A - Olimpia Milano, Sandro Gamba: "Ora si vede la mano di Messina"

24 ore prima che l'Olimpia Milano scendesse in campo a Berlino contro l'Alba uscendo vincitrice dall'incontro di EuroLeague, Sandro Gamba nelle sue consuete considerazioni sulla squadra del martedì su La Repubblica edizione Milano, aveva trasmesso queste sue impressioni.

Finora le ho viste tutte le partite dell'Armani e bisogna dire che, soprattutto nelle ultime due, ha fatto vedere un basket ben giocato, non per 40 minuti a dir la verità, perché con Roma per 20 minuti ha fatto arrabbiare tutti, ma nel complesso ha fatto vedere che il lavoro di Messina c'è. E con i 2 punti, più la vittoria in Eurolega, ha rimesso in carreggiata la carcassa, forse finalmente hanno trovato qual è il punto da curare.

Milano resta la star. A Roma ha attirato ottomila spettatori, che nella capitale non si vedevano a una partita di basket dalle Olimpiadi del '60. La chiave della vittoria secondo me è stato lo spogliatoio a metà partita, dopo i primi orrendi venti minuti, quando sicuramente Messina ha storto il collo a tutti, e infatti ne è venuta fuori una cosa molo differente.

Gli avversari sono andati in crisi, non segnavano più, facevano fatica, con una percentuale di tiro bassa (0 su 7 a tre). Era tornata la difesa di Milano, che nel primo tempo si era dimenticata di esistere. Ma le partite si vincono prima in difesa che in attacco, se recuperi palloni poi puoi fare tutti i tiri come vuoi. Bene ha fatto Messina dopo la partita a chiedere «che anche i nostri nazionali ci aiutino di più». In nazionale vanno a mille e poi in campionato si sciolgono al sole.

Un richiamo acuto. All'Armani servono dodici giocatori allo stesso livello visto che da reggere ci sono coppa e campionato. Tra i singoli mi è piaciuto Tarczewski, che di solito è trattato come operaio martellatore senza infamia e senza lode, e che invece con Roma ha dato una scossa ai rimbalzi e in difesa, finalmente è stato decisivo.

E così anche Cinciarini, che non tira, non fa punti, ma dirige la squadra bene in attacco. Speriamo si abitui a farlo per 40' e non per un tempo solo. E mi è piaciuto anche Scola, che ho allenato da iunior nella rappresentativa mondiale contro gli Usa, che fa blocchi omicidi, si vede poco ma con lui c'è sostanza.

Sul fronte delle altre sono contento per Varese, che ha vinto bene con Brindisi, grazie all'esplosione di Peak che ha picchiato dentro un 8 su 12 da tre e li ha stesi tutti. Varese e Milano possono tenere alto l'onore cestistico della Lombardia.

Mentre resto perplesso per Cantù, partita lancia in resta con l'obiettivo di stare nei primi tre, e che con Sassari in casa ha beccato 17 punti di svantaggio, un grido d'allarme perché io vedo solo due giocatori buoni, Pecchia e Wilson, che fanno 15-20 punti a partita (domenica 16 e 15).

Convincono di più Sassari, che ha messo cinque giocatori in doppia cifra, e Reggio Emilia, che con lo stesso sistema ha vinto a Pesaro. Cinque che segnano sono una garanzia.