Stefano Vellucci, un anno dopo

Un anno disintossicante.
"Devo dire che il basket non mi è mancato quest'anno, inteso come basket gestito ovviamente. Mi è mancata la passione che mettevo in quello che facevo, però onestamente erano molte di più le scocciature che altro. Per quanto riguarda quello giocato nessun problema invece. Ogni giovedì gioco con i miei amici e mi basta".
Il tifoso Vellucci
"Ammetto di aver visto giocare la Vuelle poche volte quest'anno e tutte in Tv. Dal vivo ho visto solo Rimini-Barcellona di Legadue. Sono andato lì per salutare Michael Hicks. Ad ogni modo ho sempre seguito la squadra, mi sono tenuto informato e devo dire che la stagione è stata senz'altro positiva. Gli obiettivi iniziali sono stati rispettati, bisogna avere il coraggio di vedere il bicchiere mezzo pieno. Gli anni passati invece troppo spesso, sopratutto sui giornali, veniva evidenziata solo la parte vuota".
Se ci fossi ancora io
"Onestamente non ho capito alcune cose nella gestione della squadra. La più eclatante è stata non tenere proprio Hicks. E' stata una mossa tecnica incomprensibile, a maggior ragione considerando che praticamente come stipendio tra lui e Almond erano pari. Michael, alla luce dei risultati, avrebbe fatto davvero ancora molto comodo. Sono invece davvero contento per Daniel Hackett, un ragazzo che conosco di persona e al quale voglio davvero bene".
Sassolini 1
"Se rifarei tutto? Certo. Non rinnego nulla. Beh forse adesso prenderei qualche precauzione in più. Ad esempio adesso ad ogni riunione tecnica staff-società farei un riepilogo scritto e firmato da tutti i presenti. Si fa troppo presto a dire "Marques Green l'ha scelto il presidente", quando in realtà è stata una scelta condivisa da tutti. Di episodi del genere ce ne sono stati tanti. Per non parlare delle gole profonde che uscivano dalle riunioni ed avvisavano subito il giornalista di turno, col risultato che il giorno dopo era su tutti i giornali e spesso questo ci ha provocato più danno che altro".
Sassolini 2
"Prendiamo ad esempio il caso di Branko Cvetkovic. Dalmonte e Barbalich volevano un giocatore dalle caratteristiche diverse e lo avevano individuato in Rodrigo De la Fuente. Io invece pensavo ci servisse di più uno come Branko. Non ho obbligato il coach a prenderlo. Ho però chiamato il suo procuratore Bernardi perchè convincesse Dalmonte sulla bontà del suo assistito. Per fortuna ci è riuscito. Poi sappiamo tutti quello che Cvetkovic ci ha dato l'anno scorso".
Valter Scavolini
"Con Valter Scavolini siamo sempre andati d'accordo, soprattutto i primi anni, quelli della risalita dalla B1. Poi il 1° anno di serie A abbiamo iniziato a ragionare sull'alternanza del marchio sulle maglie. Non era giusto secondo il nostro punto di vista che Scavolini mettesse gli stessi soldi nostri, ma avesse più visibilità. Gli abbiamo proposto varie soluzioni: alternarci Scavolini-Spar un anno e Spar-Scavolini il successivo. Oppure Scavolini un anno e Spar il successivo. Ci siamo sentiti sempre rispondere di no ad ogni proposta. Addirittura gli abbiamo detto: "Ok, tu rimani come primo marchio, però metti una quota maggiore di sponsorizzazione. Noi mettiamo sempre la stessa cifra, però se noi mettiamo 100, tu metti 150". Ci ha detto di no anche a questa. Questo è stato il motivo principale del nostro abbandono. Non ho mai capito perché si impuntasse così. Ricordo ancora una riunione di inizio anno con presente il sindaco che guardava abbastanza stupito tutti i rifiuti di Valter alle nostre proposte. Poi l'anno scorso, quando siamo stati pesantemente criticati da stampa e tifosi non ha mai detto nulla se non alcune affermazioni che non hanno fatto altro che alimentare la polemica. Questo ci ha dato fastidio, sembrava non vedesse l'ora che ce ne andassimo, quando cinque anni prima ci abbiamo messo una notte a regalare la Falco per salvare la Vuelle".
Tifosi
"All'inizio il rapporto era ottimo coi tifosi. Poi l'anno scorso si è rovinato. Qualsiasi cosa dicessimo non saremmo mai stati creduti. Ci davano la colpa di qualsiasi cosa. Eppure nonostante questo clima, ci siamo salvati dopo una partenza a forte handicap, abbiamo continuato a lavorare e ceduto la nostra quota societaria a zero euro. Traini, che tutti pensano sia una scoperta di quest'anno, è stato riscattato da noi per 50000 euro a maggio, quando già sapevamo che a fine anno ce ne saremmo andati. Abbiamo fatto il nostro dovere fino in fondo".
Settore giovanile
"E' avvilente vedere come quando il budget diminuisce la prima cosa che si taglia è il settore giovanile. In foresteria saranno rimasto sì e no 5 ragazzi. L'anno scorso ce n'erano 15. non dico che tutti sarebbero arrivati in serie A, però è giusto creare un gruppo. Invece è rimasto ben poco. Ma non è un problema solo di Pesaro: anche Siena che fino a poco tempo fa investiva pesantemente sul proprio vivaio ha annunciato un forte ridimensionamento. Solo col minibasket si guadagna: i genitori pagano, le rette lievitano e tutti vogliono fare gli allenatori di minibasket, gente che fino al giorno prima faceva il bagnino al mare. Cosa vuoi che insegni ai bambini? Invece servono istruttori formati, seri e preparati, che insegnino i fondamentali".
Basket e perdite
"Se abbiamo guadagnato col basket? Come azienda ben poco. Il basket è uno sport di nicchia in Italia. Però ci abbiamo guadagnato in soddisfazione personale: abbiamo portato una squadra dalla serie B all'Europa".
Giornalisti e giornalai
"La classe giornalistica pesarese è davvero di basso livello. Non si rendono conto che hanno il potere di influenzare l'opinione pubblica e non possono polemizzare per partito preso su tutto. Vanno bene le critiche, ero il primo ad accettarle, ma quando leggevo ad esempio dell'Eurochallenge come della "Coppa del nonno" mi cadevano le braccia con tutti i sacrifici che abbiamo fatto per portare la squadra nuovamente in una competizione europea che avrebbe potuto in futuro portarci anche in altre competizioni più importanti".
Imposizioni
"L'unica imposizione che ho fatto nei miei anni da presidente è stata con Ramagli, che pure ricordo con tanto affetto, essendo il coach del ritorno in serie A. Ramagli alla vigilia di garauno di playoff di Legadue contro Ferrara voleva lasciare fuori Carlton Myers, perchè non si era allenato in settimana. Lì mi sono imposto, Myers ha giocato ed è stato decisivo. Purtroppo quando accetti di allenare un campione dalla personalità molto alta, devi capire che occorre talvolta scendere a compromessi con lui".
Carlton Myers
"Non posso che giudicare più che positivo il ritorno a Pesaro di Myers. Il suo ingaggio in B1 ha significato tantissimo sia a livello sportivo che a livello di immagine. Con lui abbiamo guadagnato la prima pagina sulla Gazzetta. L'anno di B1 è stato invitato all'All Star Game, dove è stato premiato come miglior giocatore. Ovunque andavamo era una festa, tutti volevano l'autografo da lui. Poi è stato fondamentale in due promozioni consecutive. Ha giocato da campione quando abbiamo battuto Siena nelle final eight di coppa Italia. Quando poco tempo fa ha organizzato la sua festa di addio al basket a San Patrignano abbiamo accettato molto volentieri il suo invito. Invece devo ammettere che al contrario in quell'occasione si è notata molto l'assenza dell'attuale società".
Alessandro Barbalich
"La scelta di prendere Barbalich l'anno scorso è stata ponderata. Era giovane, pesarese, preparato, conoscitore del mercato. Volevamo affiancarlo a Montini il primo anno per poi lentamente fargli assumere un ruolo più elevato. Ha talvolta peccato di inesperienza, ma era normale non avendo mai fatto quel mestiere prima dell'anno scorso. Adesso invece lui se ne va e Montini resta. Onestamente non so perchè".
Mauro Montini
"Persona seria e capace. L'abbiamo scelto noi e non è un caso che sia ancora qui. In realtà quando vedo dirigenti che rimangono nello stesso posto per così tanti anni un po' mi insospettisco. Forse andrebbe fatto un ricambio ogni tanto. Per avere nuove idee e nuove prospettive. Su una cosa Montini non è mai stato bravo però: i calcoli. A parte la famosa multa di 50000 euro, quando leggo sul giornale che quest'anno la vuelle ha fatto sei punti più dell'anno scorso non mi sembra un affermazione corretta. L'anno scorso, causa la sparizione di Napoli, ci sono state due partite in meno".
Luca Dalmonte
"Dalmonte è senz'altro un allenatore serio e tecnicamente preparato. Tatticamente non si discosta tanto da altri allenatori. Gli rimproverano di fare solo pick'n'roll, ma se guardiamo la maggioranza dei coach tutti oramai si fondano prevalentemente su quello stile di gioco. Non è vero che l'abbiamo preso perchè costava poco. Costa praticamente come tutti i coach sulla piazza a parte due-tre big che sono fuori mercato per squadre come la nostra. L'unica cosa che gli rimprovero è stata una certa mancanza di onestà intellettuale. Come ad esempio l'assunzione di responsabilità in alcune scelte fatte, come quella di Marques Green. Oppure Cinciarini, che è stato il primo acquisto da lui voluto, poi dopo una settimana di ritiro ad Urbino l'ha scaricato come non adatto a stare in quintetto in serie A. Se hai giocatori di forte personalità, l'ho già detto, bisogna imparare a
gestirli e per farlo occorre scendere a compromessi. E' il caso di Marques Green, ma potrei anche citare Calvani, Ramagli e Sacripanti con Myers. Forse ai corsi di aggiornamento per allenatori andrebbe fatta più gestione delle persone che tecnica e tattica. Quando in squadra ti ritrovi giocatori di 6-7 nazionalità diverse è difficile mettere sempre d'accordo tutti".
Ripicche
"Non è mio costume fare tabula rasa di una precedente gestione una volta insediatomi in un posto. E' per questo che appena arrivati in Vuelle abbiamo cercato di mantenere al proprio posto chi c'era già da tanti anni. Purtroppo non è stato così quando ce ne siamo andati. Tutti quelli che abbiamo portato noi: Rinolfi, D'Amato, Ragnetti, sono stati mandati via. Rinolfi è passato dall'essere il coach campione d'Italia con l'under 17 a ritrovarsi a spasso".
Rimpianti
"Il più grande di tutti è stato forse la perdita di Ramagli. Aveva conquistato la serie A, era amato da tutti. Ha scelto di andare alla Benetton ingolosito dall'offerta. Voleva la mia benedizione, ma io l'ho avvertito che averebbe fatto la scelta sbagliata. Non era il momento giusto per spiccare il salto, la Benetton doveva rifondare, non era più quella degli anni passati. E difatti dopo tre mesi è stato esonerato".
Il basket italiano
"La situazione del basket italiano mi sembra peggiorare sempre più. Sta prendendo una brutta china. Dicono di voler ridurre i campionati e invece ne inseriscono uno nuovo che non ha alcun senso. Lo chiamano campionato di sviluppo fatto per i giovani, quando le società che vi partecipano non hanno neppure l'obbligo di avere un settore giovanile. Per non parlare di serie A e legadue. Servono regole rigide, non wild card. E poi il prezzo di 500000 euro per restare in serie A è ridicolo. Vale davvero così poco una serie A?"
And the future...
"Se torneremo mai a gestire una squadra di basket? Lo escludo categoricamente, non in questo basket almeno, non con queste regole".
Matteo Fattori