Maxibasket - Pino Maccheroni rivive l'esperienza dei Mondiali di Montecatini Terme

(di Mario Natucci). Pino Maccheroni è tornato dai Mondiali di Maxibasket di Montecatini con la medaglia d’argento (dietro agli Usa) e con una gran voglia di tornare a rivivere l’esperienza delle sfide internazionali di Maxibasket. Il suo commento spiega bene che cosa è lì’esperienza del Maxibasket. Eccolo:
“Sono rientrato da Montecatini, dove per 10 giorni, si sono svolti i Campionati mondiali di Maxibasket. Ed è proprio quel "Maxi" che per me si addice a ciò che ho visto. Non per il riferimento all'età dei partecipanti, ( quello è scontato) ma per la grandiosità dell'evento dal punto di vista morale e sportivo.
Lo sport si è colorato di pura emozione, quella vera, quella che non ha alcuna dipendenza di denaro, nessun interesse di ingaggi lucrosi, nessun legame con la politica societaria, nessuna preferenza mercato, e nemmeno nessuna inimicizia territoriale ... insomma : LO SPORT!
Un clima di fratellanza e condivisione che ha preso i colori del mondo, della pelle di tutte le razze che diventavano una sola:la razza dello Sportivo, del campione , di colui o colei che si trovava là, per una passione vera, per la quale ha impostato parte della sua vita, e che ancora brucia con impagabile desiderio di conferma. Un meraviglioso incontro di atleti che in campo davano l'anima in nome di una vittoria che premiava ogni sforzo ( e ce ne voleva tanto davvero!) e che ricompensava l'aver dedicato il proprio impegno ad una attività che ha richiesto tanti sacrifici nel tempo.
Tutti a lottare per la propria bandiera, ma allo stesso modo al termine di ogni partita, al di là del risultato, tutti stretti in un abbraccio prolungato, ripetuto, e sentito, che dava a chi era spettatore, una sensazione di fratellanza senza limiti, quella di cui il mondo intero avrebbe bisogno.
Lacrime? Si, ma mai di delusioni o di rammarico. Sempre lacrime che escono senza che tu te ne accorga, per quel movimento dell'animo che non ricordavi di poter provare, nell'assistere ad una partita, prima durante e dopo! E poi ci si incontra per strada, una fiumana di tutti i colori, e tutti salutano, ti stringono la mano, si scambiano complimenti, in lingue che non conosci, ma che hanno l'universalità della parola SPORT, e si capisce tutto !
Io ho assistito a questo immenso spettacolo con gli occhi di uno sportivo, ma soprattutto provando una sensazione di umana esistenza, che credo sia la dimensione in cui si dovrebbe VIVERE, e non ... sopravvivere!!!”
Mario Natucci