Luca Virgilio: «Per molti ragazzi c'è un buco a livello italiano ed europeo»

Luca Virgilio: «Per molti ragazzi c'è un buco a livello italiano ed europeo»

Luca Virgilio, General Manager dell'Università di Nebraska, è stato ospite dell'ultima puntata di Alley Oop e ha parlato del vuoto nel sistema europeo che l'NCAA colma con i giovani talenti, della scelta del giusto College e della sua esperienza a St. John con Amar Alibegovic e Federico Mussini.

Il passaggio dall'Europa all'NCAA per i giovani europei.
"La cosa più importante in questo momento per i giocatori europei che vogliono andare al college è scegliere quello giusto per loro. Perché molte volte i ragazzi europei, magari non avendo una conoscenza ampia del mondo collegiale, non si rendono conto che ci sono 365 scuole di Division one. Sono tutte di ottime, poi ovviamente c'è una distinzione tra basso, medio e alto livello. Però molte volte i giocatori europei si lasciano un pochettino abbindolare dal nome dell'università perché la conoscono e pensano che sia la destinazione migliore. Molte volte però ci vanno per non giocare, quindi penso che il percorso più importante per loro sia scegliere quella dove hanno la possibilità di avere spazio dall'inizio e dove ci sia un percorso chiaro di crescita e dove ci sono persone di cui si possano fidare”.

Le ragioni per cui i giovani prospetti sono attratti dall’NCAA.
“Ci sono forse tre fattori, poi ogni ragazzo li mette in ordine diverso. Secondo me la cosa più importante rimane sempre l'aspetto accademico, perché comunque avere una laurea, imparare la lingua perfettamente è una cosa che ti cambia la vita. Ovviamente c'è un fattore economico molto importante perché adesso i ragazzi possono essere pagati e le cifre sono molto importanti e il mercato europeo non è in grado di pareggiarle. Infine a livello di vetrina internazionale giochi su palcoscenici estremamente importanti di fronte a un pubblico di diecimila o quindicimila persone”.

L’NCAA colma un vuoto nel sistema europeo.
“Per molti ragazzi attualmente c'è un buco a livello italiano ed europeo, una volta che finisci di giocare le giovanili a livello molto alto è difficile fare il salto e da un U19 ad andare a giocare direttamente in Eurolega. Non ci sono molte squadre che si prendono il rischio di far giocare un ragazzo di diciotto o diciannove anni. Quindi c'è un gap importante e l'NCAA si infila perfettamente”.

Gli anni di Amar Alibegovic e Federico Mussini a St. John University.
"È stato un periodo molto divertente, avere due ragazzi italiani in squadra ovviamente ha aiutato tanto, poi a New York la comunità italiana è molto forte, quindi erano molto amati dal pubblico e dai tifosi. Amar al college ha fatto un percorso un po' più lungo di Federico, è stato un pochettino più anni, e poi si è costruito una carriera estremamente importante in Europa, passando dalla Serie A2 fino adesso ad arrivare a giocare ad altissimi livelli in Italia. Federico è arrivato con grandissimo entusiasmo da parte dei nostri tifosi, ha giocato molto bene, poi dopo un paio di anni ha deciso di tornare a giocare a Reggio Emilia perché aveva ricevuto una proposta molto importante a cui era difficile dire di no".