Il basket livornese in lutto. Anche Petrucci saluta Lorenzo Niccolai

09.03.2011 05:53 di  Enrico Campana   vedi letture
Il basket livornese in lutto. Anche Petrucci saluta Lorenzo Niccolai

(Enrico Campana) Il grande basket a Livorno non c'è più, rimastica i suoi errori, certe improvvide fusioni a freddo stridenti con gli animi calienti del luogo “dove il brusco “deh” suona”, e il vuoto è ancora più profondo registrando la scomparsa di Lorenzo Niccolai. Uno dei personaggi più amati, trasversali, e un vero ambasciatore della stagione d'oro della grande passione di questa città che ha avuto anche due squadre in serie A e ha sfiorato lo scudetto. Ma quella era la potente Libertas della nomenclatura cittadina, quella Libertas che ebbe un grandissimo dirigente come l’ingegner Boris che portò i capitali Enichem nel basket, e che si fuse per chiudere una bellissima e irripetibile epopea con la Pallacanestro Livorno. Il club amaranto, quello “proletario” che discendeva dalla Portuale, con relativo spirito di rivalsa nei confronti dei cugini. E lì il deus ex machina, dietro il presidente Vigoni, fu Lorenzo Niccolai.
Il derby di Livorno è stato uno dei più accesi capitoli del basket italiano, e l'ho vissuto dal di dentro dimenticando anche alcuni episodi brutti, come quando sulla Gazzetta scrissi un articolo di costume con una vignetta del grande Fremura, e Niccolai mi accompagnò dal capo della tifoseria “piellina” che stava dirigendo il traffico al passaggio di una maratona. Oh Marconi, gli dissi, che differenza c’è fra un libertassino e un piellino. Non vi racconto quel che scrissi, una battuta salace, roba di corna, per il quale il Marconi, un omone alto con gli stivaloni tipo il “famoso” piazzardone di Alberto Sordi, rischiò il licenziamento. Fui costretto a dire una bugia per salvargli il posto, il suo comandante mi scrisse: o lei smentisce, o noi lo licenziamo. Sono contento di non avergli rovinato la carriera, qualche altro collega stizzito per il trattamento riservato dal pubblico del derby avrebbe detto: rifatevela fra di voi. Il Marconi ha seguito i funerali del suo amico Lorenzo in veste di comandante dei vigili, sono onorato di aver detto una bugia.
L’ho detta, quella bugia, anche per la voglia di tornare a Livorno e frequentare il cenacolo di Lorenzo, animo di mecenate, diplomatico fine e generoso, uno sportivo vero, tanto che la sua scomparsa, a 75 anni, combattendo con un male che da molti anni lo costringeva a cure continue senza abbassare il suo spirito gioviale, davvero sempre un gran signore di Toscana.
E con me concordano molti appassionati, primo fra tutti Gianni Petrucci del quale era amico e ha voluto riservargli l'ultimo saluto volando direttamente da Parigi, dove seguiva gli europei di atletica, per rammentare un’amicizia quando il plenipotenziario del CONI era “appena” il segretario della Federbasket. Molti anche gli ex arbitri illustri, quelli delle grandi sfide, come Zeppilli il fischietto che annullò il famoso canestro di Forti. E Paolo Fiorito, Petrosino, l’ex capo del CIA Garibotti, Alessandro Martolini vice-segretario del CONI e figlio del suo grandissimo amico Maurizio, ex capo dei fischietti dell’ultima leva. E poi il suo presidente Vigoni, e alcuni giocatori di quella squadra di bravi monelli, quali Diana, Grasselli, Filoni che hanno lanciato il tam-tam su Facebook
Interminabile la sfilata degli amici per tutta la giornata di martedì nella cappella dell'Ospedale di Livorno, in mezzo a un'accesa rivalità riusciva a creare quel clima introvabile oggi di fair play, accompagnato dalla battuta giusta, il bel sorriso. Fra i suoi moltissimi amici anche il ministro dell'Ambiente Altero Matteoli, e livornesi doc, quali Beppe della Barcarola, il maestro del caciucco che ebbe l’onore di cucinare spesso il pesce per Giovanni Paolo II e Vinicio Saltini, giornalista pungente del “suo” Tirreno che ha raccontato di come, negli ultimi tempi, si fosse molto attaccato alle sorti del Livorno Calcio.
Ha fatto molto anche per il basket minore, e anche per la sua Cecina dove è stato sepolto vicino alla mamma. E' stato vicepresidente della Pall.Livorno e anche imprenditore stimato, primo importatore dei cellulari Motorola, e in seguito fornitore di molte federazioni sportive per gadget e memorabili utili, e a volte divertenti.
Ai figli Marco ed Rossella, alla moglie Anna, le mie condoglianze e quelle di Pianetabasket.com i funerali si sono svolti alla Chiesa dei Sette Santi, c’era folla anche sul sagrato. Un bacio sulla fronte, e che questa ora ti sia lieve e sia utile anche a noi per cercare di vivere meglio, che i problemi sono tanti.


encampana@alice.it