LBA - Sandro Gamba: "Chi ha la forza per competere con l'Armani?"

Sandro Gamba torna puntuale a fare le sue considerazioni sulla pallacanestro italiana sulle pagine della Repubblica edizione Milano.
Viva i record. Viva le vittorie. Ma qualcuno si è davvero divertito, domenica sera? Ha sussultato sulla sedia, si è esaltato vedendo quello spettacolo. Oppure si è ricordato di quegli scrimmage che ogni squadra, dalla Serie A all'Uisp, gioca a metà settimana, di quelle amichevoli che servono a tenersi in forma, provare qualche schema, e poco altro?
Intendiamoci, non è mica colpa dell'Olimpia se l'avversaria viene con quell'atteggiamento, fa su e giù per il campo, lascia tirare, raccoglie il pallone sulla linea di fondo e ricomincia come se nulla fosse. E non è nemmeno della Fortitudo, ma di tutto il campionato. Da tempo.
È spettacolo, questo? Ci emoziona? Quante sono le partite che noi aspettiamo perché sappiamo che saranno combattute, di alto livello fisico e agonistico, perché vedremo cose nuove, campioni, lotta? Invece la sproporzione è questa, tra Milano e le poche altre che hanno costruito qualcosa Virtus, Venezia, Sassari quelle che giocano bene e puntano alle zone alte.
Brindisi e poco altro, forse Trieste e Pesaro e le altre che si arrangiano. Ripeto, non è colpa dell'Armani se gioca da squadra che non vuole più perdere da qui alla fine dei playoff, se ci dà dentro, se tira col 70%: anche qui, visto che l'argomento appassiona noi addetti ai lavori, un conto è prendersi tiri costruiti bene, senza marcatore, come hanno fatto gli uomini di Messina, alternando però a contropiede, palla sotto, ribaltamenti, rimbalzi, un po' di pressing, e un conto è il tiro a segno.
Quella di Milano è pallacanestro giocata bene, e piace tutta, il resto boh. Non è solo problema di tiro da tre, di quintetti sempre più bassi, ma di qualità complessiva. Di sicura, nel nostro campionato, ne vedo poca: l'esempio della liquefazione di Roma fa ancora male, anche perché ha fatto rinunciare tutto il movimento alla sua capitale, all'altra metropoli, una cosa che nei paesi europei evoluti non si vede mai.
Da Mosca a Madrid, da Atene a Belgrado, da Zagabria a Berlino, e ancora Lubiana e Vilnius, le città che contano ci sono e ci sono sempre state nel basket di alto livello. Il basket è uno sport di combattimento. Di competizione. Vorremmo veder competere i giocatori e le squadre migliori.
L'Nba lo ha fatto decenni fa, anche facendo scontrare le stesse squadre più volte in stagione. Lì il distacco tra il professionismo e il resto del mondo è netto. È un sistema che ho visto da vicino e ho sempre sognato in Italia. Ma siamo troppo legati al modello calcistico, e costretti a volare basso: chi ha la forza di competere con Armani?