Rimini: il dg Turci verso la finale con Cantù, la stagione, retroscena su Justin Johnson

Davide Turci, direttore generale della Rinascita Basket Rimini, è stato ospite dell'ultima puntata di Alley Oop, trasmissione condotta da Eugenio Petrillo, Alessandro di Bari e Marco Lorenzo Damiani ogni martedì dalle 17 alle 18. Il dirigente romagnolo ha parlato della cavalcata in stagione e delle difficoltà, della finale di Serie A2 alle porte e di coach Dell'Agnello. Segue un estratto delle sue parole.
Sulla stagione.
"Questa stagione riparte da quanto costruito lo scorso anno, da quando è arrivato coach Dell’Agnello. Abbiamo iniziato vincendo, se non sbaglio, 14 delle prime 15 partite. C'è stato grande entusiasmo, coesione del gruppo, e una fiducia che è cresciuta giornata dopo giornata. Ci siamo ritrovati subito nelle prime posizioni della classifica, forse in modo inaspettato, vista la qualità del girone, ma direi anche meritato. Poi, come capita spesso, è arrivato un momento di flessione. In quel periodo Udine ne ha approfittato superandoci e noi in quel momento non siamo riusciti a reagire. Il mercato non offriva soluzioni concrete, e non era nemmeno la strada giusta da percorrere. Dopo la Coppa Italia c’è stata la svolta, ci siamo chiusi nello spogliatoio, lo staff tecnico è stato bravo a ricompattare il gruppo, e da quel momento siamo ripartiti. Siamo arrivati ai playoff, eliminando due grandi squadre come Brindisi e Forlì. Ora ci giochiamo una finale, che è un premio per tutto ciò che è stato costruito in questa stagione".
Sulla finale contro Cantù.
"Ci aspettiamo una grande serie. Abbiamo grande rispetto per Cantù, per la sua storia, la sua tradizione: sono anni che cercano di tornare in una categoria che, per blasone e per storia è dove dovrebbero essere. Ma anche noi siamo qui, presenti, con ambizione, determinazione e la voglia di completare un'opera. Per tanto tempo siamo stati primi in classifica, e questo dimostra che qualcosa di importante lo abbiamo fatto. Entriamo in questa finale con tutto l'entusiasmo e la voglia di continuare a sognare, cercando di mettere in difficoltà una corazzata come Cantù. Però ricordiamo che il fattore campo è dalla nostra parte. Siamo consapevoli del valore dell’avversario: Cantù è una squadra completa, profonda, fortissima. Alla fine ci sarà chi festeggerà, e chi no. Ma tutti dovranno uscire a testa alta, orgogliosi, poi sarà il campo a dire chi avrà avuto la meglio".
I momenti di difficoltà
"Come tutti i club, anche noi abbiamo attraversato momenti di difficoltà. Siamo stati bravi, all'interno della società, a mantenere coesione, equilibrio, e a tenere certe dinamiche dentro lo spogliatoio. La situazione legata a Robert Johnson ci ha sorpreso, ma non completamente. Quando lo abbiamo scelto, insieme ad Alessandro Bolognesi, che lo conosceva già avendolo avuto a Napoli, eravamo consapevoli dei pro e dei contro. Era un'opportunità vantaggiosa sia a livello tecnico che economico. Quando però è arrivata la sua rinuncia all’ultimo, come club abbiamo deciso di aumentare il budget e cercare il miglior sostituto possibile. Abbiamo avuto pazienza e anche un pizzico di fortuna nel prendere Gerard Robinson che, nonostante qualche alto e basso durante l’anno, nei playoff sta dimostrando il suo valore, il suo pedigree, e perché la sua carriera parla per lui. È stata una scelta vincente".
Su coach Sandro Dell’Agnello
"Dell’Agnello, da quando è arrivato lo scorso anno, è stato l’artefice numero uno di questa cavalcata. Non sono un fan dei numeri, ma credo che la percentuale di vittorie sia clamorosa. È una persona pragmatica, concreta, di pochi fronzoli, ma con grande serietà e capacità di lavoro. Riesce a mettere i giocatori nelle condizioni ideali per rendere al meglio. Ha saputo semplificare ciò che andava semplificato, e farlo non è affatto semplice".
Su Justin Johnson
"Eravamo in trattativa con Nathan Adrian quando si è aperto uno spiraglio per arrivare a Justin Johnson, che era in Germania e giocava anche le coppe. Sembrava impossibile convincerlo, ma siamo stati aiutati dal fatto che sua moglie, già stata a Reggio Emilia, voleva tornare nella zona, in Emilia Romagna. Così, mentre aspettavamo la risposta di un altro giocatore, abbiamo accelerato i contatti con l’agente di Justin. C'era anche la Fortitudo Bologna, con coach Caja, che lo avrebbe voluto, ma in quel momento la loro situazione societaria non era ancora ben definita. Noi ci siamo inseriti rapidamente e, in meno di 24 ore, abbiamo chiuso l’accordo firmando un biennale. Justin è arrivato a Rimini e si è inserito subito molto bene".