Quell'oscuro oggetto del desiderio

Tranquilli, non dobbiamo recensire il capolavoro di Luis Buñuel, ma vogliamo parlarvi di basket. E di mercato.
Capita che ci siano delle squadre. Ferme. Capita che ci siano molti giocatori. Fermi. Capita che ci siano delle regole. Destinate probabilmente a fermare questo sport.
Parliamo di dirigenti, di presidenti, di giocatori. Di parametri ovviamente. Ci sono i roster vuoti, le trattative di mercato sono ferme, quasi bloccate. Vi chiederete perché. Il perché in realtà è duplice. Innanzitutto, forse per la prima volta, non si riesce a capire chi farà i campionati. Cercate un pezzo di carta ufficiale Fip con scritto l'elenco di chi disputerà per esempio la Dnb o la Dnc. Niente: zero al quoto.
Certo, tutto fermo perché in LegAdue devono decidersi. Per adesso nel secondo campionato professionistico ci sono solo 12 iscritte più quattro riserve. Chiedetevi perché la LegAdue (e non ce ne voglia Marco Bonamico, il problema non è certo lui) ormai perde tre-quattro squadre tutti gli anni: semplice, è un campionato inutile. Resta il fatto che senza sapere se Forlì, Torino, Napoli e Capo d'Orlando passeranno nel secondo torneo nazionale sarà impossibile pianificare gli organici degli altri campionati nazionali. Un cane che si morde la coda. Sì, perché i buchi in organico vanno colmati e i ripescaggi sono congelati. Mettetevi nei panni di chi si è iscritto con tante speranze: ci sono ancora presidenti idealisti. Ebbene, prima di inizio agosto non saprà se effettuare una sontuosa Dnc o una sempre meno allettante C regionale. Questa è la vita di chi sta investendo nel basket in questo momento. Zero certezze, cadenzate solo dalle scadenze di pagamento.
Beh, ma vogliamo farla questa Dnc? Bene, facciamola. Diciamo che siccome siamo stati bravi abbiamo il vantaggio di avere quattro giocatori di nostra produzione (sì come i pomodori San Marzano) e quindi dobbiamo solo cercare sei atleti esterni, di cui due under. Il primo aspetto regolamentare con cui ci imbattiamo sono i Nas. Chiamiamoli parametri: sono 4000 euri (lo ripetiamo euri) per ogni giocatore. Sei per quattro: ventiquattro. Ventiquattromila euro che se ne vanno prima ancora di vedere un allenamento. Poi ci sono le case, le spese mediche etc. Alla fine presidenti e dirigenti si guardano in faccia e pensano solo a come aggirare il problema. Ebbene, se invece di prendere giocatori che hanno concluso la formazione giovanile, ci limitiamo a far giocare come seniores diciassettenni e diciottenni magicamente i parametri evaporano.
Eccolo l'oscuro oggetto del desiderio: non si chiama Conchita, come nel film. Si chiamano 1994 e 1995.
Voi direte, solo un pazzo affida le proprie sorti a una "banda" di giovanissimi, magari pure di tecnica opinabile. Ebbene, provate a offrire qualche giocatore seniores ai dirigenti di Dnc. Vi sbeffeggierà: tanto faccio la squadra con i '95.
Fermateli. fermate questo giro assurdo, questo massacro. Costringete i campionati ad essere competitivi, non ci sia una Dnb senza retrocessioni. Se gli organici sono incompleti, l'anno prossimo non ripescate. Se uno retrocede sul campo perché preferisce aggirare le normative a scapito di qualità tecniche e spettacolo non deve essere riammesso.
Prendete questo pezzo come una forte provocazione, ma fidatevi che il sistema basket è pericolosamente fermo: se si prosegue con queste idee malsane, a fine agosto ci saranno centinaia di giocatori disoccupati di buon livello. E la frittata sarà fatta.
Oliviero Dellerba
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