NBA - Manu Ginóbili è stato inserito nella Hall of Fame di Springfield

NBA - Manu Ginóbili è stato inserito nella Hall of Fame di Springfield

Nella notte italiana si è svolta a Springfield la cerimonia con cui Manu Ginóbili e la classe 2022 sono stati inseriti nella Hall of Fame. E il discorso dell'ex giocatore di Virtus Bologna e San Antonio Spurs, come previsto, è stato ricco di commozione e gratitudine.

Manu ha esordito esprimendo sempre di essere il rappresentante di un gruppo: “Sono qui per aver fatto parte di una squadra, una delle più importanti degli anni 2000, non per successi individuali, né per aver vinto l'oro con l'Argentina e l'EuroLeague.”

Ha pure colto l'occasione per parlare delle squadre dove non ha vinto, ma gli hanno dato una possibilità e gli hanno permesso di crescere. “Sono stati dei passi per arrivare qui. Tutto è iniziato quando avevo sei, sette anni, a Bahía Blanca, a un isolato da casa”.

Già da professionista, ha parlato dei suoi primi club: “Ho giocato ad Andino de La Rioja, poi nella mia città con mio fratello Sepo. Durante la mia crescita ho fatto parte della Nazionale e poi dell'Italia, con Reggio Calabria, si sono fidati di me e ho avuto grandi leader. Poi il salto alla Virtus Bologna, dove Ettore Messina mi ha insegnato molto, grazie mille. L'esperienza italiana è stata molto preziosa per me, sono diventato il giocatore della NBA e anche l'uomo che sono.”

Texas, USA. Spurs, NBA: “In quegli anni, sempre a Reggio Calabria, mi chiamarono per dirmi che i San Antonio Spurs mi avevano scelto. Non riuscivo letteralmente a crederci, pensavo fossero confusi, non avevo aspettative, nessuno mi aveva detto nulla prima."

I ringraziamenti per il San Antonio sono stati il ​​momento clou della serata: “Sono stati 16 anni a San Antonio, giocando per lo stesso allenatore, rappresentando gli stessi colori, la stessa città. Tanti amici, tante esperienze incredibili. Pop, cosa posso dire, sei stato così importante per me e la mia famiglia, non potrò mai ringraziarti abbastanza. Ho potuto giocare con uno dei migliori della storia, Tim, ho imparato da te come essere un esempio dentro e fuori dal campo. Tony (Parker), non abbiamo mai lasciato che i nostri ego litigassero, sapevamo come allocare il nostro tempo. Insieme abbiamo vinto tante cose, ma per vincere un campionato servono tanti pezzi e noi li avevamo.”

Manu ha ringraziato RC Buford per averlo scelto, la dirigenza per averlo sostenuto e la città per averlo accolto. Ma non ha perso l'occasione per ringraziarlo di aver giocato nella Nazionale argentina: “Allo stesso tempo in cui ero con gli Spurs, ho fatto una carriera fantastica con la mia Nazionale, altrettanto divertente, altrettanto ricca di successi. Abbiamo sempre fatto tutto da squadra. Apprezzo il modo in cui abbiamo trascorso così tanto tempo insieme, i campionati, le conversazioni, le colazioni, il jetlag. È più che amicizia, è fratellanza. Speriamo di vivere più avventure fuori dal campo."

Alla fine il ringraziamento si è fatto commovente parlando della famiglia: “Sepo e Lea, grazie per avermi spianato la strada, per essere stata la mia ispirazione, mi hanno spinto ad essere come te quando ero piccolo. Papà, come vorrei che tu fossi qui, mio ​​primo fedele seguace, mi manchi così tanto, vecchio. Mamma, so che stai cercando. Mi ci sono voluti tre figli tra i sacrifici, l'amore, la libertà di scegliere, grazie.”

E ha raggiunto i figli e la moglie: "Tanti, Luca, Dante e Nico, se dovessi scegliere un momento per fermare il tempo, sarebbe proprio ora, tutto il tempo che abbiamo viaggiato insieme, amo come siamo, ti amo così tanto."

Una notte e un discorso che rimarranno nella memoria di tutti gli amanti del basket e di tutti coloro che una volta hanno visto giocare Manu Ginóbili, l'argentino che ha infranto tutti gli schemi ed è diventato una leggenda.