Carlo Recalcati: «Cantù, c'è la passione degli anni '60. Qui tutti parlano di basket»

Carlo Recalcati parla a La Gazzetta dello Sport dopo la promozione e il ritorno in Serie A di Cantù. "Con tutto il rispetto per la serie A2, che è un campionato molto serio e anche bello, per i tifosi canturini il basket è soltanto la serie A, a cui si sentono destinati da sempre. Anche le generazioni più recenti, lontane dagli anni d'oro degli scudetti e delle Coppe dei Campioni dei miei tempi, hanno vissuto la loro squadra nella categoria maggiore e in Europa. E credevano che risalire fosse facile, ma la realtà non è questa. Il momento chiave? Quando hanno cambiato assetto di squadra, con l'italianizzazione di Basile. E poi quando hanno saputo tenere bene mentalmente di fronte alle diverse sconfitte causate dagli infortuni. Hanno creduto nelle loro scelte e sono stati premiati".
Come si vive il basket a Cantù? "Io sono arrivato a Cantù quando avevo 17 anni, nel 1962, e ancora ci abito. Noto che la passione per questo sport è la stessa di quei tempi: un entusiasmo che mobilita la gente, orgogliosa della sua squadra. La città ha 40mila abitanti e tutti parlano del basket: magari non vanno al palazzetto, ma seguono, sono informati, ne discutono, anche per staccare un attimo dai problemi di vita quotidiana".