Cancellieri: «Repesa faceva giocare Gentile a 16 anni. Ed è così per Hassan e Niang»

Massimo Cancellieri è arrivato in estate alla Dolomiti Energia Trentino, rientrando ad allenare in Italia dopo il successo clamoroso avuto in Grecia alla guida del PAOK che gli ha fatto conseguire il titolo di Coach of the Year 2024-25 della Greek Basket League. Nell'intervista al Corriere dello Sport si parte dalla sconfitta quasi clamorosa a Trento con il Bourg per parlare dei rapidi miglioramenti di Trento che hanno portato alla bella vittoria sul campo del Buducnost in EuroCup.
Il k.o. per 48-79 contro Bourg. “Attacco ingolfato, poi la musica è cambiata. Amo una pallacanestro che preveda tanti possessi, ma non rinuncio a dare un'impronta difensiva alle mie squadre. Così tanto da dedicare spesso in allenamento più tempo a trovare soluzioni per rompere i giochi d'attacco che a situazioni per fare canestro. Credo che contro il Buducnost sia stato determinante il terzo periodo quando abbiamo tenuto a soli 12 punti segnati gli avversari.”
La Dolomiti Energia continua a divertire come stile di gioco, come lo scorso anno. “L’onda lunga la crea questa società che non lascia nulla di intentato. Ha creato negli anni una struttura solida, dove i ruoli sono definiti e questo aiuta anche i giocatori a trovare subito la loro giusta collocazione. Qui è stato costruito qualcosa di importante ed è il senso di comunità che ti abbraccia costantemente. Così, di fronte alle sconfitte, si analizza, senza fare tragedie.”
Tanto spazio lo stanno avendo in questo inizio di stagione sia Cheickh Niang che Patrick Hassan. “La nostra Academy è un vero e proprio fiore all'occhiello. Non a caso a capo di questo progetto c'è un tecnico di grande valore come Marco Crespi a cui sono affezionato e con cui condivido tanto. Ogni scambio di opinioni con lui mi arricchisce. I nostri giovani si stanno guadagnando spazio convincendoci giorno dopo giorno. Se uno ha talento, un coach non guarda la carta d'identità. Repesa faceva giocare Alessandro Gentile, a Treviso, quando aveva 16 anni. Ed è così per Hassan e Niang. Voi poi vedete la parte bella, le giocate migliori. Ma di errori ne fanno tanti e io, ve lo assicuro, glielo faccio notare. Tutto è nelle loro mani, sono figli di questo tempo. La vita ora corre più veloce. Cominciamo a considerarli giocatori e basta. Non giovani o vecchi”.