Una sfida nel ricordo di Claudio Malagoli

15.11.2009 16:51 di  Roberto Bernardini   vedi letture

Nella sfida di Novara di Legadue tra Vigevano e Brindisi c'è stato il ricordo di un grande giocatore che fece grande entrambe le formazioni portandole in serie A. Son passati 21 anni dalla sua scomparsa, ma le due "curve" sono intitolate alla sua memoria. Il campione di Novellara, perito in un incidente stradale in un maledetto mese di giugno del 1988, quell'anno aveva portato Verona in A/2. Iniziò cestisticamente nel suo oratorio dove passava intere giornate a giocare a basket in compagnia di futuri illustri coetanei quali Cattini, Benevelli, Grasselli e Borlenghi. Mancino di nascita, Claudio già nei primi anni della sua carriera dovette imparare a tirare di destro in quanto gli allenatori di allora facevano fatica ad insegnare i fondamentali ad un mancino e quindi costrinsero Claudio ad usare la mano destra. Comunque, affermò sempre, che tirare con una mano o con l'altra, per lui era indifferente. Iniziò la sua carriera in serie A con l'Ignis, dove approdò a soli 14 anni, quando era già alto 1.96 cm, ma pesava solamente 67 chili. L'allenatore era Nico Messina che in un anno lo portò a 95 Kg. Fu il suo più grande preparatore atletico oltre che tecnico della sua carriera. Il giovane Malagoli chiuso a Varese da una nutrita "concorrenza". Decise di andare alla Snaidero Udine e fu subito protagonista. Poi, qualcosa si ruppe con la dirigenza udinese definendolo un giocatore "finito". Quante soddisfazione si prese Claudio con quelle persone…quando con la maglia della Mecap Vigevano segnò 47 punti alla Pinti Inox di Brescia sotto lo sguardo attonito di quei dirigenti udinesi. I canestri realizzati alla allora Mobiam Udine non li contiamo, ogni volta sembrava un matto fuori di testa. Non digerì mai quelle affermazioni, così come quando gli dicevano che difendeva poco…Ma dove andava, toccava sempre a lui difendere l'americano più forte dell'altra squadra. A Vigevano fece coppia con un altro fromboliere di primo piano: Damir Solman, quei due insieme erano uno spettacolo, ma le solite malelingue dicevano che non potevano coesistere, quando, invece, eran stati studiati da Novosel degli schemi apposta per loro dove entrambi dovevano passarsi la palla a vicenda e portare blocchi per smarcarsi. Ma anche la bella favola a Vigevano finì quando Claudio decise di prendere la via di Brindisi ripartendo dal basso e divenne il beniamino di sempre dei tifosi brindisini. A lui piaceva molto mettersi sempre in discussione, cosa che nella vita è successo solo ai veri campioni. Già, la vita, infranta in un secondo a 37 anni mentre cercava l'ennesima squadra da portare in alto. Claudio Malagoli ha lasciato a tutti noi che l'abbiamo conosciuto un ricordo indelebile nel tempo.