L'angolo della riflessione: perché anche la zona ?

(Sandro Spinetti) - Premetto che non sono paladino della zona o nemico della uomo, sono solo amante della pallacanestro.
Come ho già evidenziato, la vittoria di Siena in Coppa Italia è figlia, tanto e soprattutto della difesa a zona, utilizzata con intelligenza ed alternanza da Coach Luca Banchi.
Per decenni la Zona è stata abiurata e vituperata, poi anche nella NBA si è fatta marcia indietro e questo tipo di difesa (direi tipi) è stata riqualificata e riammessa.
In Italia è ancora relegata all’angolo ed il motivo è molto semplice: non si sa insegnarla e quindi si fa prima a sposare il maggiore atletismo, forza fisica ed aggressività del basket di oggi alla difesa individuale.
Si dimentica, purtroppo, che la difesa a zona è propedeutica per un completo sviluppo della tecnica e della tattica e soprattutto, insegna ai ragazzi a giocare maggiormente di squadra (ed oggi non è poco…).
Resto quindi sconcertato quando sento che molti si sorprendono dell’efficacia della zona, quando diversi allenatori si lamentano perché non hanno tempo di insegnarla (anche tra i Professionisti, non in serie z…) e quando qualcuno è ancora convinto che la zona neghi lo spettacolo.
Andatelo a dire oggi a Siena ed ai supporters senesi !
Come ogni difesa ha i suoi vantaggi e svantaggi, ma in senso tattico-didattico, di svantaggi ne vedo pochi.
La zona, è vero, riduce in gran parte la responsabilità individuale e la riversa in quella di squadra ed in taluni casi diminuisce l’aggressività difensiva, ma consente una variazione al tema che la sola uomo impedisce.
Molteplici, di contro, gli aspetti positivi insiti in questo tipo di difesa.
La Zona favorisce: l’apprendimento del flottaggio, dei raddoppi, delle rotazioni, del taglia fuori, del rimbalzo e del contropiede (tutto in ottica di gioco di squadra), ma soprattutto consente di variari i ritmi e le cadenze del gioco, di liberare la mente dei giocatori da pesanti parziali, di utilizzare maggiormente la tattica per sopperire alle difficoltà tecniche del momento.
Direte: ma anche la difesa ad uomo insegna questi fondamentali.
Certamente, ma in ottica e responsabilità individuale, ancor più acuita dalla richiesta di grande aggressività, che vive di rotazioni e raddoppi, spesso senza distinzione di situazione e di pericolosità individuale avversaria (si marca tutto e tutti allo stesso modo) che finisce spesso di concedere tiri dall’arco o penetrazioni facili dopo 23’’ di forte difesa.
In Coppa Italia, tanto per rimanere sull’attualità, grandi tiratori come i Diener, Datome, Green ed altri ancora, si sono inceppati quando hanno avuto (potenzialmente) più spazio; a dimostrazione che contro la zona bisogna pensare e lavorare, mentre contro la uomo l’1 vs 1 ed il palleggio, arresto e tiro, risolvono spesso il problema.
Ma l’elemento più positivo che caratterizza la zona è quello di poter insegnare l’intera pallacanestro e questo, in età giovanile, è fondamentale.
Sarebbe interessante, ma troppo lungo, entrare negli aspetti più..… intimi delle varie forme di zona, ma dopo aver richiamato i pro (molti) ed i contro (uno), mi fermo al solo aspetto didattico rilanciando una proposta avanzata da anni.
Perché tra i 13 e 15 anni non si impone la regola della partite da 4 tempi da 12’ con l’obbligo di giocare tipi diversi di difesa (uomo, zona, pressing, etc.) nei primi 3 tempi e lasciare liberta di scelta solo nel 4° tempo ?
I vantaggi sono evidenti: i ragazzi imparerebbero tutta la pallacanestro, gli Istruttori e gli Allenatori dovrebbero a loro volta impararla, insegnarla, utilizzarla.
E’ chiedre troppo per migliorare tecnicamente e tatticamente questo splendido sport ?
A chi legge: un onesto contradditorio.
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