Ancora polemiche. Emanuela Lo Guzzo: "Io c'ero e non ci sto alla distorsione dei fatti di Bologna"

Ancora polemiche. Emanuela Lo Guzzo: "Io c'ero e non ci sto alla distorsione dei fatti di Bologna"

Pubblichiamo, volentieri, un articolo-commento ai fatti di domenica e ai giorni immediatamente successivi scritto dalla nostra collega Emanuela Lo Guzzo che, a Bologna al Paladozza, c'era davvero e ha visto con i propri occhi e la propria onestà intellettuale di ex giocatrice di basket:

Pensavamo sinceramente e forse ingenuamente che la soddisfazione in casa ArcAnthea per la vittoria in gara 1 play off contro la Fortitudo Bologna sarebbe arrivata gradualmente una volta rientrati a Lucca,  lontano dal Paladozza, teatro domenica di fatti oltremodo spiacevoli. Così non è stato. Nonostante le notizie rassicuranti in merito allo stato di salute di Matteo Imbrò, verso cui si è concentrata la naturale e autentica preoccupazione di tutto lo staff e gli atleti biancorossi, i lucchesi si sono ritrovati, loro malgrado, al centro di una bufera mediatica che sporca sensibilmente e immeritatamente il risultato conquistato sul campo. Nell’immediato dopogara eravamo stati noi stessi, ancora frastornati e confusi, a parlare a caldo di “una vittoria strana, dal retrogusto paradossalmente amaro per il contesto in cui è maturata.”  A distanza di 48 ore, però, ci ritroviamo ancora più frastornati e confusi a confrontarci con dichiarazioni che facciamo troppa fatica sia a capire che ad accettare. Sono quelle di Stefano Dall’Ara, ex amministratore delegato del Gira ed ex vice presidente della Lega Nazionale Pallacanestro, nonché figura molto vicina alla società bolognese, riportate da un comunicato dell’ufficio stampa degli Eagles. (http://www.bolognabasket.it/bologna/articolo.aspx?ID=22667)

Pur rispettando il pensiero espresso, ci teniamo a palesare il nostro. Dopo l’iniziale disorientamento, infatti, abbiamo maturato l’idea che non sarebbe giusto tacere davanti a una così evidente e plateale distorsione dei fatti. Troviamo quantomeno singolare il tentativo di spostare l’attenzione dai gravissimi fatti di violenza registratisi sugli spalti del Paladozza su quanto, invece, avvenuto sul parquet.

Ci chiediamo, increduli, come sia possibile astenersi dal commentare il comportamento minaccioso e intimidatorio tenuto dai supporters biancoblu nei confronti degli ospiti preferendo piuttosto battere la strada della condanna all’arbitraggio e ai biancorossi. In uno sport che prevede il contatto fisico e che contempla l’intensità difensiva ci spiace sentire parlare di caccia all’uomo ai danni di Imbrò, poiché sottintende una maliziosa interpretazione dei fatti che non trova riscontro nella realtà. Alla luce delle immagini (http://youtu.be/yqJEVinveS0) viste e riviste, infatti, che consentono di parlare solo di un contatto di gioco e non di gomitata o colpo proibito, appare esagerata e spropositata la demonizzazione di Zivic per un intervento affatto scomposto di cui nessuno ha avuto immediata percezione.

Ci asteniamo dal commentare le critiche all’arbitraggio poiché le riteniamo sterili, ma ci verrebbe da chiederci come possa una squadra che perde di 10 punti, tira dal campo con modeste percentuali e sbaglia ben 11 tiri liberi davvero imputare le cause dell’insuccesso a qualche fischio giudicato dubbio. 

Inoltre, su quali basi l’atteggiamento di coach Russo, che in quanto allenatore ha tutto il diritto di chiedere spiegazioni esattamente come coach Salieri, viene giudicato provocatorio mentre non viene fatto alcun riferimento alla tediosa pressione degli esponenti della Fossa intorno alla panchina biancorossa? Preferiremmo, poi, non aver letto le accuse relative a Parente il quale, in ansia per gli spettatori lucchesi vittime dell’aggressione dei bolognesi, invita i rappresentanti delle forze dell’ordine a intervenire e non i sostenitori biancorossi, che ricordiamo presenti solo in 19 e costretti ad abbandonare l’impianto per motivi di sicurezza dovendo rinunciare ad assistere all’ultimo spezzone di gara.

Alla ripresa del gioco, infine, il turbamento e la tensione generali – perché se la Sogema è sconvolta dall’infortunio, l’ArcAnthea lo è anche per l’ambiente ostile e bellicoso - non impediscono ai protagonisti del match di fronteggiarsi correttamente e sportivamente fino alla sirena finale.

In conferenza stampa, mentre il vice lucchese Petrini si dice scosso tanto dall’incidente al giovane bolognese quanto dall’aggressione subita, coach Salieri si concentra, invece, sull’arbitraggio giudicato pessimo e, dvd alla mano, su un presunto errore tecnico alla ripresa del gioco salvo poi essere successivamente smentito.

L’ArcAnthea viene scortata dalla polizia fino all’imbocco dell’autostrada.

Troviamo che il disgusto e la tristezza per quanto accaduto, detto, scritto e anche taciuto hanno veramente poco a che fare col basket di cui amiamo raccontare. Siamo dalla parte della verità sportiva e dei valori civili, della coscienza e dell’onestà intellettuale, della palla a spicchi e non delle pallonate a gioco fermo. Non siamo gli avvocati difensori di nessuno, né di Diego Zivic, né di Roberto Russo, né di Davide Parente semplicemente perché riteniamo che nessuno di loro debba essere attaccato né difeso - li vorremmo piuttosto impermeabili a un possibile e assurdo disegno mirato a minarne la serenità - e, a costo di risultare presuntuosi, riteniamo la nostra analisi lucida e consapevole e la nostra voce obiettiva e non meno autorevole di quella di chi si addentra in sentenze e giudizi inconsistenti. Siamo concordi però su una cosa e cioè che i fatti di domenica costituiscono motivo di vergogna per tutti, tanto per gli autori dei gesti in questione quanto per chi li avalla minimizzando su un episodio di siffatta gravità contribuendo, al contrario, ad alimentare polemiche e a buttare benzina sul fuoco quando ci sarebbe da pensare piuttosto allo stato d’animo dei ragazzi che domani sera si affronteranno ancora in gara 2.

E mentre apprendiamo, a questo punto forse anche con una certa dose di sollievo, che il prefetto di Lucca ha predisposto il divieto di accesso al Palatagliate ai bolognesi per motivi di ordine pubblico, siamo costretti di contro a prendere atto di una sconfitta, l’ennesima, dello sport.

Certi che i veleni verranno messi da parte e altrettanto che la correttezza delle due squadre sappia prevalere sugli antipatici contorni, ci auguriamo fiduciosi di assistere a una gara degna dell’importanza che ha e che l’applauso di tutto il pubblico possa andare a Matteo Imbrò che desidereremmo di cuore vedere presente.