L'A.d. di Naturhouse replica. Pellegrini: «Non cercavo pubblicità, io e Maragno siamo gli unici che hanno cercato di fare qualcosa»

AMAREZZA e stupore. Queste le sensazioni provate alla lettura relativamente all’ormai tramontata ipotesi di mantenere il basket professionistico a Ferrara. Premetto che scrivo queste poche righe, ringraziando anticipatamente chi avrà la correttezza di pubblicarle integralmente, non per controbattere a chi oggi ha interesse o piacere a screditare tutto il lavoro fatto per cercare di salvare il basket, o per avere altra visibilità, come qualcuno mi accusa, ma unicamente per dare la possibilità agli unici che veramente hanno a cuore il destino del basket, tifosi e lettori, di farsi una propria opinione.
Anche se gli intervistati di ieri sembrano averlo tutti già dimenticato, senza tema di smentita credo di poter affermare che il sottoscritto il basket lo ha già salvato una volta non più tardi di un anno fa, ed era mia ferma volontà prolungare la sponsorizzazione per altri 3 anni, fatto di per sé teoricamente sufficiente a dissolvere qualsiasi dubbio sulla serietà delle mie intenzioni.
Ricordo inoltre ai deboli di memoria che Raffaele Maragno, suo malgrado da me coinvolto in questo tentativo di salvataggio, è stato l’unico (oltre a me) a convogliare nuove risorse economiche sul basket in questa stagione, ricchissima invece di promesse non mantenute, ed è stato per questo ringraziato, in tempi non sospetti dal presidente Mascellani, che lo ha citato come unico esempio virtuoso in una situazione di totale staticità della città.
Pur sapendo della quasi impossibilità di riuscita, abbiamo comunque dedicato tempo (che non abbiamo) e risorse per coagulare l’interesse di altri imprenditori, accomunati come noi dalla volontà di dimostrare che Ferrara, come credevo, avesse le risorse imprenditoriali per potersi permettere un campionato di A2, magari non di vertice, ma dignitoso.
Le risorse forse c’erano (il 70% sulla carta lo abbiamo reperito), ma quello che è mancato è il coraggio di imbarcarsi in un’avventura imprenditoriale estremamente onerosa, con una sola certezza, ovvero che con lo sport professionistico nessuno ci ha mai guadagnato niente, e con una spiacevole sensazione ogni giorno più forte: il basket a Ferrara è patrimonio dei tifosi e degli appassionati, ma non della città e delle sue istituzioni.
Difficile poi accettare che qualcuno possa dichiararsi pubblicamente "ingannato", e soprattutto a che titolo? Sembrerebbe una dichiarazione, questa sì, tesa a farsi dare visibilità, esattamente come il tentativo di cercare di arrogarsi la paternità di aver coinvolto Sabatini per una eventuale partnership tecnica, accordo fatto personalmente con il patron virtussino ormai tre mesi fa.
Interamente a questo signore andrà invece l’eventuale merito di aver portato le V nere a giocare a Ferrara l’anno prossimo qualche partita non di cartello, originalissima interpretazione del concetto "salviamo il basket professionistico a Ferrara".
Concordo con il presidente che "l’ottimismo di Maragno e Pellegrini era immotivato" ma è sempre stato così fin dall’inizio (anche 4 mesi fa quando ho cominciato a darmi da fare), come più e più volte dichiarato alla stampa. Non mi trova assolutamente d’accordo invece quando afferma che gli unici sconfitti siamo noi: da questa vicenda escono sconfitti tutti, soprattutto i tifosi, gli appassionati e gli addetti ai lavori. Ma la vera assurdità è che si tenti di ascrivere una qualsiasi colpa o responsabilità e si tenti di fare un capro espiatorio degli unici che concretamente hanno fatto qualcosa. Il mondo al contrario.
Chiudo, con la pubblica preghiera da domani di non essere più coinvolto in questa vicenda, ringraziando il presidente per questi 12 anni di emozioni, Raffaele Maragno per il suo ottimismo e per la disponiblità ad affiancarmi, Giulio Barbieri e gli altri 7 imprenditori ferraresi pronti a sponsorizzare (ma non a comprare) il Basket Club i cui nomi sono riuscito ad oggi, con grande fatica, a tenere in serbo.
Auguro a Fabio Bulgarelli, che ad oggi non ho ancora conosciuto, e a chi vorrà affiancarlo, ogni fortuna nel far ripartire il basket dal dilettantismo, unica strada secondo me oggi percorribile a Ferrara.
Raffaello Pellegrini