Fileni BPA Jesi, il presidente Barchesi contrario alla rivoluzione in Legadue con la riforma dei campionati

PREOCCUPAZIONE e malcontento. Carlo Barchiesi, presidente dell’Aurora Basket, si schiera apertamente contro la possibilità, secondo alcuni praticamente una certezza, di riformare i campionati di basket. Sarà il Consiglio Federale domani a dire l’ultima parola sulla proposta secondo la quale la serie A verrebbe ridotta a 16 squadre e la Legadue, dilettantistica, divisa in Legadue Golg e Legadue Silver (cercando di scimmiottare il modello spagnolo – fa notare Barchiesi) con una sola promozione in A, playout che vorrebbero coinvolte un numero imprecisato di squadre e via a cascata.
UNA AUTENTICA rivoluzione che non trova assolutamente d’accordo la stragrande maggioranza delle società di Legadue. Per provare a dare uniformità alle decisioni da prendere, la Commissione per la Convenzione Legadue- Fip, riunita lunedì a Bologna, «ha chiesto alla Federazione Italiana Pallacanestro di riunire intorno a un tavolo, per la prima volta, Lega di Serie A, Legadue, Lega Pallacanestro, per confrontarsi sulla ventilata riforma dei campionati o altre proposte, con l’intento di arrivare a soluzioni condivise».
«LE QUATTRO righe del comunicato sono la testimonianza che qualcosa non funziona e della preoccupazione che regna tra le società del nostro campionato — spiega Barchiesi — i nostri timori sono legati proprio al format dei campionati, alla presunta riforma che sarebbe estremamente penalizzante per il campionato di Legadue. Da anni si parla di quanto bello, interessante, ben organizzato, seguito da pubblico e media sia questo torneo, le riforme proposte stravolgerebbero completamente un campionato che nel tempo, e per molti aspetti (utilizzo dei giocatori italiani, risposta degli sponsor, numero di spettatori) potrebbe essere preso ad esempio anche al piano superiore».
PROPRIO nei giorni scorsi l’ufficio stampa di Legadue aveva comunicato spettatori e incassi delle varie società nella prima metà di stagione. A livello di spettatori piazze come Brindisi, Reggio Emilia, Pistoia, Bologna hanno sempre abbondantemente superato le tremila unità nelle partite casalinghe (la stessa Jesi si gode la sua metà classifica con oltre duemila spettatori di media a gara), numeri che pochi altri sport, calcio a parte (ma anche lì ci sono piazze e piazze) possono vantare. Buttare tutto nel calderone degli sport dilettantistici non sarebbe perlomeno delittuoso?
Gianni Angelucci