A2 - Il cuore della squadra e le idee di Bucchi. Brindisi vince e forza Gara 5

Per portare in parità questa serie contro Rimini, squadra completa fatta da 10 giocatori veri, Brindisi aveva bisogno di cuore e idee. Il cuore l'hanno messo i giocatori in campo, con una difesa al limite della perfezione, le idee le ha messe il vero MVP di questa squarda ovvero Piero Bucchi, che con una mossa da vero mago ha messo in crisi Dell'Agnello e ha letteralmente cambiato la partita negli ultimi 10 minuti. La Valtur Brindisi batte Rimini per 66-54 e adesso si giocherà tutto mercoledì in Gara 5 nel caldo PalaFlaminio della città romagnola. Rimini ha tantissimo da recriminare in questa serie; così come in Gara 3 è stata avanti di 11 punti, sempre in vantaggio, ma sempre raggiunta e poi superata nell'ultimo e decisivo quarto. Per due partite di fila Brindisi ha segnato solo 24 punti nel primo tempo, tirando con percentuali da prefisso telefonico senza sfruttare delle ottime spaziature che sono state create da coach Bucchi. La grande colpa di Rimini è aver tenuto sempre Brindisi in partita, senza mai fare quello lungo decisivo e permettendo a squadra e pubblico di galvanizzarsi con un semplice parziale. Coach Dell'Agnello ha sprecato decisamente troppe occasioni in questa serie. In gara 1 si è fatto recuperare 20 punti e ha vinto solo nei possessi finali, in Gara 2 è stato sotto tutta la partita e alla fine Rimini l'ha spuntata solo perché Brindisi era stanca e non aveva i ricambi dalla panchina; in Gara 3 e 4 a Brindisi avrebbe dovuto chiudere prima entrambe le partite, mentre invece ha fallito proprio quando avrebbe dovuto dare lo scossone decisivo. Non chiudere la serie con la squadra avversaria tenuta a 58 e 66 punti e un errore che potrebbe essere madornale e adesso in Gara 5 la pressione sarà tutta sulle spalle di Rimini che si trova senza più margine di errore. Sarà sicuramente difficile per Brindisi espugnare il PalaFlaminio, ma si sa che queste partite sono come le gare secche, fanno storie a sé e alla fine è la tenuta mentale, a contare molto più di quella fisica. Inoltre ha l'inerzia tutta dalla sua, non una cosa da poco.
UN FILM GIA’ VISTO - Per tre quarti Gara 4 è stata la fotocopia di Gara 3. Le polveri di Brindisi erano incredibilmente bagnate, Brown e Ogden che dovrebbero essere i i maggiori realizzatori di questa squadra hanno tirato con un misero 2/15 totale nei primi 16 minuti di gioco, sbagliando tiri aperti e ben costruiti. Lo stesso Ogden, sempre dolorante al piede fratturato in ottobre, sembrava l'ombra di se stesso, non essendo neanche in grado di segnare i canestri più facili, quelli che solitamente mette anche ad occhi chiusi. Brindisi ha segnato di nuovo la miseria di 24 punti in tutto il primo tempo. Gli unici a essere positivi in casa bianco blu sono stati i soliti Calzavara e Radonjić, il primo ha gestito molto bene il ritmo e gli schemi chiamati da coach Bucchi, il secondo con la solita difesa da mastino che, ancora una volta, ha tenuto a bada Marini. Se però venerdì nel terzo quarto si erano avuti dei segnali di risveglio lo stesso non è stato ieri, con Brindisi che per sette lunghissimi minuti non ha segnato neanche un canestro ed è qui che probabilmente si è decisa la partita. Invece di scappare via, Rimini si è intestardita con il tiro da fuori cercando soluzioni banali e anche un po’ stantie che hanno permesso a Brindisi di restare in partita, pur segnando solo 16 punti. Dell'Agnello non ha saputo sfruttare al meglio Camara, nonostante i quattro falli di Del Cadia è un Vildera palesemente sulle gambe, ma nonostante ciò encomiabile dal punto di vista difensivo. Invece di cercare il gioco interiore, Rimini ha preferito rifugiarsi nel più classico dei pick ‘n roll centrali, cercando tiri da tre dal palleggio che però non sono mai entrati. In un PalaPentassuglia ribollente come una pentola pressione, completamente esaurito e con un pubblico che aspettava da due anni una partita così importante è un errore che non puoi permetterti di fare e puntualmente Rimini lo ha pagato.
LA GIOCONDA DI BUCCHI - Il coach bolognese aveva evidentemente tenuto le migliori cartucce in serbo per l'ultimo quarto, probabilmente sapendo che questa squadra non avrebbe potuto tenere un ritmo alto per tutti i 40 minuti a causa dell'elevato minutaggio di tutto il quintetto base. Probabilmente sin dall'inizio l'idea era quella di tenere il punteggio basso e pensare soprattutto a evitare che Rimini scappasse via. Brindisi è partita subito molto aggressiva in difesa, cambiando su tutto (monumentale una difesa di Vildera su Tomassini) e attaccando il canestro senza permettere alla difesa di Rimini di piazzarsi. È nato così il cinque a zero che ha portato Brindisi a -2 è costretto coach Dell'Agnello a chiamare il primo time-out. Qui il PalaPentassuglia e gli spettatori su LNP Pass hanno potuto ammirare il vero colpo di genio. Se da una parte Dell'Agnello inseriva Camara per dare più profondità e fisico all'attacco riminese, dall'altra Bucchi ha risposto andando small, inserendo Ogden per Vildera. Ancora una volta il coach ha puntato sui cambi difensivi e su uno di questi Ogden si è fatto subito vedere andando a compiere una grande stoppata su Camara. Ma le cose più interessanti si sono viste in attacco. La volontà di Bucchi era di portare Camara fuori dal pitturato. Impossibile infatti per lui, con la sua mole, seguire Ogden sulla linea dei tre punti. Non a caso, prima palla toccata in angolo e l'americano brucia il centro riminese in velocità sulla linea di fondo per andare ad appoggiare a canestro, con il pitturato completamente sguarnito. Attacco successivo, pop di Ogden che chiama ancora fuori Camara, che ovviamente non è abbastanza rapido per seguirlo sull'arco e tripla centrale a segno che fa esplodere il PalaPentassuglia. Si torna in difesa, show fortissimo di Ogden sul pick 'n roll centrale e chiusura, sul cambio, di un immenso Radonjić; palla recuperata, contropiede e 2+1 di Brown per il 13-0 di parziale che ha indirizzato la partita e l'ha portata nelle mani di Brindisi. È la gioconda di Piero Bucchi. Certo, le idee del coach possono anche essere buone, ma sono gli interpreti in campo a renderle possibili. Ieri Brindisi non ha avuto soltanto Calzavara, decisivo con la sua tripla in Gara 3 e anche oggi fondamentale, ma ha trovato risorse importanti in capitan Laquintana, encomiabile in difesa, e soprattutto da Tosho Radonjić sempre più il coltellino svizzero nelle mani del coach bolognese. Il montenegrino di formazione italiana non sbaglia mai una scelta, sempre preciso delle scelte difensive e letale da tre punti (7/11 nella serie). È risaputo a Brindisi che Bucchi cerca prima uomini che giocatori e Radonjić rappresenta al 100% il credo dell’allenatore. Il lavoro mentale fatto da Bucchi con i suoi giocatori è palese in due casi in particolare: Laquintana, è stato panchina per tutto il secondo tempo di Gara 3, ieri ha giocato i minuti decisivi e lo ha fatto alla grandissima; Fantoma è un ragazzo che spesso è rimasto fuori dalle rotazioni, ma ogni volta che viene chiamato in causa dà sempre il suo contributo, così come ha fatto ieri difendendo alla grandissima sugli esterni riminesi.
SI TORNA A RIMINI - Gara 5 è sempre una storia a sé, una partita secca, dentro o fuori, ed è la situazione in cui Brindisi si voleva trovare dopo lo 0-2 della settimana scorsa. La pressione adesso è tutta sulle spalle di Rimini, che ha sprecato tantissime occasioni e si trova a giocare una partita decisiva in casa contro la 13ª in classifica al termine della stagione regolare. Impossibile fare un pronostico, ma Rimini ha il vantaggio di giocare in casa e, in un palazzetto caldo come il PalaFlaminio, non è cosa da poco. Al tempo stesso però potrebbe rimuginare sui tanti errori commessi e sulle tante occasioni sprecate per chiudere in anticipo la serie. Brindisi invece arriva stanca, forse distrutta, ma con la testa sgombra, sapendo che comunque vada ha saputo ridare dignità a una stagione che fino a poche settimane fa poteva essere catalogata come assolutamente fallimentare. I due coach ormai si conoscono, difficile che venga fuori qualche soluzione tattica in grado di cambiare la partita, quindi è molto probabile che sarà la tenuta mentale a far da padrone e probabilmente alla fine vincerà chi riuscirà a sopperire con la testa all'inevitabile stanchezza che si accumulata nel giocare quattro partite tiratissime in appena 10 giorni. Rimini ha più effettivi e una panchina sicuramente migliore di quella di Brindisi, cosa che negli ultimi minuti potrebbe essere fondamentale. I pugliesi invece dovranno fare, come al solito, di necessità virtù e provare a minare le certezze riminesi minuto dopo minuto, per poi giocarsela nei possessi decisivi.