Nardò retrocede in Serie B, Mecacci: «Ora è il momento del dolore. Non si disperda questo patrimonio»

L'HDL Nardò è ufficialmente retrocesso in Serie B con la sconfitta in Gara 4 contro la JuVi Cremona. "Servirebbe un'analisi molto lunga - dice coach Matteo Meccacci - ma in questo momento non credo sia utile. Ora è il momento del dolore, il momento del silenzio, il momento dello stringersi intorno a questa società, che comunque dopo traguardi importanti purtroppo oggi conosce la retrocessione in B Nazionale. Ovviamente, oltre al rammarico, c'è da chiedere scusa, perché quando fallisci un obiettivo c'è grande dispiacere. C'è da dire che non siamo stati nemmeno fortunati durante l'arco della stagione. Io personalmente sono molto amareggiato, perché nei mesi che sono stato qui, mi ero affezionato alla città e a tutti. A questa società, a questo territorio, a questi proprietari va il mio abbraccio. Perché chi mette i soldi per fare pallacanestro in un territorio che è bellissimo, ma come sapete che è anche logisticamente non semplice, va ammirato e rispettato. Nardò ha goduto di una grande pallacanestro, mi auguro che possa goderne ancora e che torni più forte di prima".
Il "cuore" del Mecacci pensiero, però, è quello che guarda al futuro. L'invito del coach di Siena a Nardò e a tutti è quello di non buttare via il bambino con l'acqua sporca. "Ora ci saranno delle riflessioni, delle valutazioni a tutto tondo su quello che non ha funzionato effettivamente - continua - non sono affari miei, ma mi permetto di dire che questo patrimonio di territorio, di tifosi, ecc. non va assolutamente disperso. Purtroppo, è lo sport. La formula di quest'anno prevede tre retrocessioni e tra queste ci siamo noi. Ha vinto la squadra più forte, è inutile girarci intorno. Ha vinto la squadra meglio allenata, noi ci abbiamo provato, stasera avevamo Smith con una gamba sola, ma al di là di questo, complessivamente abbiamo giocato una partita un po' troppo povera su certe situazioni per poter realmente arrivare in fondo".
L'ultima "carezza" è per tutti i componenti del club, chi ha lavorato dietro le quinte, il motore silenzioso della società di via Volta. "Lasciatemi abbracciare Gabriele, Gigi, Vanni, Matteo, Paolo, Alberto, Mario, tutto lo staff medico, George, Mattia, Simone, Nicholas, Danilo, Alessandra, Raffaello, spero di non aver dimenticato nessuno. A loro va un grande abbraccio, perché non si sono mai risparmiati cercando questa mission impossible che purtroppo non è arrivata".