Tempo di raduno anche per gli arbitri e c'è chi propone di abolire i quiz

Tempo di raduno anche per gli arbitri e c'è chi propone di abolire i quiz

(Enrico Campana) - Se l’Aiap  a un certo punto è arrivata a pretendere addirittura dalla Fip l’autogestione col rinnovo delle cariche a giugno, anticipando la scadenza del ciclo olimpico, la linea di questa associazione è evidentemente quella, di cercare di anticipare  i  tempi. O meglio forzarli…. Che  non significa precorrere, ma spesso non capire il concetto di timing che dovrebbe essere per un arbitro un orologio biologico preciso come un cronometro svizzero.

A sentire anche gli umori di alcuni stessi arbitri che desiderano un cambiamento di uomini e di metodo, e anche stavolta si trovano davanti a  una decisione presa da soli 2-3 colleghi, la convinzione è che il lancio-lampo  delle  candidature con scadenza tassativa per il 27 agosto sia il modo solo per mettere una pezza agli errori del passato, senza il tempo adeguato per le consultazioni, e una ricostruzione  con i giusti tempi dopo le ben note vicende.

Il Cia è  ancora commissariato, la struttura creata ad hoc dalla Fip mi sembra un pò in agitazione, e non a torto,  perché affiorano “residui bellici”. Bisogna ripeterlo: ben 3 figure di punta della “nomenclatura Zancanella” sono state recuperate dai loro tutor del pool dei comitati regionali  che da tre anni condiziona la Fip. E continuano a comportarsi, anche adesso, come se il CIA fosse ancora in vita. Invece l’ infelice acronimo  è già sepolto, avanza il Settore tecnico Arbitrale, come da felice proposta di Umberto Porcari,  il Commissario ha altre grane da risolvere,  mentre da  parte sua l’Aiap si è autocommissariata, implosa su se stessa, perchè fucina di carriere e sponda dei designatori negli ultimi 7 anni, ha preteso anche di condizionare i  suoi capi. Lo attestano  le intercettazioni nei verbali di Baskettopoli in cui quel tal fischietto  intimava - non chiedeva… - al suo capo, che era poi anche un suo cliente avendo egli un’attività commerciale, di liquidare una collega con frasi ferali. 

L’Aiap ha già  da tempo un commissario ad hoc per questa fase, se lo stesso ambisce a diventare presidente farà bene a rinviare le elezioni. Anche perché la Fip  non transige sulla linea delle incompatibilità, è risoluta nel non riconoscere più al presidente dell’Aiap di essere anche un arbitro in carriera. E fa bene, per legittima suspicione. Il compito dell’arbitro è delicato, dovrebbe essere neutrale, l’ha scritto e ripetuto il pm reggino che si tratta di “un pubblico ufficiale in pubblico servizio”. Consentire le due giacchette ha solo creato problemi a tutti, anche disparità dentro l’Aiap. E quindi, siccome non c’è stato ancora un incontro diplomatico sul tema “incompatibilità”, potrebbe pure verificarsi che appena eletto presidente, il suo commissario si metta di traverso su questa incompatibilità e si potrebbe tornare al punto di partenza. E alla fine potrebbe spuntare in questa elezione-lampo uno degli ex designatori. Vuoi vedere che…?

Meglio quindi adeguarsi alle pagine del Manzoni, “adelante Pedro con juicio”. Oggi  l’obiettivo dell’Aiap sarebbe quello di dialogare e fare proposte sulle regole, capire il nuovo meccanismo il ritorno al voto, il sorteggio con le due modalità ancora da definire, i due supervisionatori che dovranno fare un lavoro che facevano 10 persone, e più l’istruttore ”battitore libero” il quale poteva scegliersi la gara preferita da scrutinare, e nessuno metteva bocca. Una figura in questo momento sotto traccia, che esce da una situazione strana, di tipo politico, e subito da inquadrare, intanto andando a intrecciare i voti dati di volta in volta in qualità di osservatore-visionatore con la classifica contestata. Se si scopre che il suo lavoro ha mostrato qualche pecca, non si vede perché debba essere fuori Zancanella e lui può rimanere al suo posto solo in virtù di un contratto FIP come istruttore. E’ ben chiaro, la classifica veniva compilata, ritoccata da troppe teste, le dimissioni richieste a Zancanella  sono state un’ammissione di colpa collettiva, o no?.  Ove si riscontrasse dall’incrocio dei referti un eccesso di zelo si può sorvolare, ma se ci sono stati degli errori che hanno colpito qualcuno in particolare, tutti sono responsabili e sono pregati ad andare fuori in blocco, armi e bagagli.

Gaetano Laguardia non potrà limitarsi a fare un lavoro diplomatico,  avrà solo 5 giorni per arrivare venerdì 31 agosto al raduno degli arbitri con una chiarezza assoluta, sia intanto in casa propria  ma anche con chi gestisce l’Aiap. Deve trattare una presidenza neutrale,  quindi se non esiste meglio ricordare che l’associazione non è più un sindacato e attendere i dovuti tempi per realizzarla. La priorità della Fip è garantire gli arbitri e ovviamente la regolarità dei campionati. Sulla graticola si sente ancora lo sfrigolio per la storia degli esposti di Milano e Roma per presunti favoritismi arbitrali. La vicenda non è del tutto chiara, a ottobre il dibattimento entra nel vivo, non è certo chiusa a colpi di comunicati stampa né può la bacchetta magica di Gianni Petrucci. In caso di archiviazione, coloro che continuano a sentirsi danneggiati potrebbero prendere altre strade, magari un Super-consulente capace di portare elementi nuovi.

Comunque anche Francesco Grotti, il tribuno degli arbitri, ritiene questa elezione Aiap frettolosa se non strana, e da rinviare per il  momento. “Sarebbe opportuno  - questa la sua idea - che alla luce del commissariamento del CIA  e in attesa del nuovo assetto,  gli  attuali vertici dell’Aiap  soprassedessero all’assemblea elettiva continuando invece  a interloquire col commissario della Fip  sulla riscrittura delle regole con lo scopo, alle fine, che queste  siano condivise. Per cui  Sardella potrebbe continuare l’egregio lavoro già fatto”.

Grotti  vorrebbe piuttosto che nel raduno di fine settimana sul Lago Trasimeno non ci fossero rimasticature, ma novità sostanziali forti. Propone ad esempio di abolire i quiz. “Sì, abolizione totale. I quiz sono previsti solo per gli arbitri internazionali. E  sostituibili con delle lezioni pratiche L’istruttore Corrias viene interrogato dagli arbitri, e lui illustra la regola. Questo dei quiz  non  deve diventare un codice delle pene, ma di aggiornamento pratico che  può arricchire.  Dico che per assurdo,  per fare una battuta, di portare l’esempio dell’interpretazione dei 5” di Facchini nella gara con Milano…”

“Se il raduno è lo stesso di 7 anni fa, non cambia nulla, dessero almeno un segnale..”, sbotta  Grotti al quale si deve lo studio con cui dimostrava che gli arbitri professionisti costavano all’anno oltre 800 mila euro di soli gettoni. E  se tutti quanti oggi fanno sacrifici, perché gli arbitri non fanno il bel gesto di ridursi il gettone e offrono quel risparmio   nel reclutamento?.  E sull’argomento offre  due chiavi di lettura ironiche. “Come diceva l’avvocato Coccia sono gli arbitri che dovrebbero pagare la federazione, o per come vengono spesi i soldi 1000 euro son pochi..”

encampana@alice.it

 

encampana@alice.it

Riproduzione Riservata