Nik Melli e l'aneddoto Nba: «Il mio agente mi chiamò e mi disse che sarei andato a San Antonio...»

Nik Melli e l'aneddoto Nba: «Il mio agente mi chiamò e mi disse che sarei andato a San Antonio...»

Nicolò Melli è stato protagonista di un episodio di Box To Box di "chefaticalavitadabomber". Tanti i temi trattati dal capitano dell'Olimpia Milano: "Il mio idolo era Mike Mitchell che giocava a Reggio Emilia alla Cfm. Non ci ho mai giocato contro però era un grandissimo. Veniva dalla NBA, era venuto a giocare a Reggio Emilia: un idolo. L'unico poster che ho avuto in camera era il suo", racconta Melli, che parlando del presente dice. "Con chi mi trovo meglio in campo adesso? Con Voigtmann, Shields, Hall".

Melli ha ricordato anche il passaggio nella NBA
"Come ho vissuto la chiamata? Bene. Però era un'estate un po' particolare. Mi dovevo sposare, operare al ginocchio... C'erano talmente tante emozioni, pensieri, cose da fare che non me la sono goduta appieno. Io avevo già rifiutato due volte la NBA, quindi avevo il pensiero che il treno fosse passato. Quando c'è stata questa offerta, per altro molto buona, da New Orleans ero molto contento. Però è arrivata l'offerta e credo che mi ero appena operato, squillava il telefono e non riuscivo a arrivarci. Poi mi sposavo dopo una settimana, non abbiamo fatto neanche il viaggio di nozze... Adesso troveremo il modo di recuperare [ride ndr]". Melli aggiunge anche un aneddoto in merito al passaggio ai Dallas Mavericks nel marzo del 2021. "Nella Nba c'è la deadline per gli scambi. Io il secondo anno a New Orleans non giocavo praticamente mai e speravo di essere scambiato in una squadra in cui avrei giocato. Aspetto, aspetto, aspetto. Arriva la deadline, l'agente non mi chiama e penso di dover restare. Alle 2:05 mi chiama l'agente, mi dice: "Nick vai a San Antonio". Io penso "buono, hanno anche una storia con giocatori europei". Vado in cucina con mia mamma che era venuta a darmi una mano e gli ho detto che saremmo andati a San Antonio. Mi chiama il mio agente di nuovo e mi dice "Allora Nick vai a Dallas". Praticamente ci doveva essere uno scambio a tre squadre che non è avvenuto. Sono rimaste solo Dallas e New Orleans e hanno scambiato due giocatori che non giocavano mai di Dallas e due che non giocavano mai a New Orleans. Onestamente secondo me hanno fatto questo scambio solo per farlo. Io ho giocato le prime sette partite a Dallas, JJ Redick nessuna perché era infortunato. E gli altri due andati a New Orleans non hanno mai giocato. Ci sono rimasto male? Avrei voluto avere più possibilità al secondo anno. Anche perché secondo me il primo anno avevo giocato bene. A Dallas dopo le prime sette è finita, non ho neanche capito perché. Però va bene, è stata una bellissima esperienza comunque".

Difficoltà tattiche tra NBA e EuroLeague
"Secondo me tatticamente in generale l'EuroLeague è più difficile. Anche se per un europeo andare a giocare in Nba è difficile perché è un altro mondo. Un altro modo di vedere la pallacanestro, diverse spaziature, altri movimenti. Una volta capita è più difficile secondo me l'EuroLeague. La Nba è molto più 1vs1, c'è meno il gioco corale. Il campo è più grande, c'è la regola dei 3 secondi difensivi: è un po' più aperto il campo e devi stare meno attento alla tattica probabilmente".