NBA - Marco Belinelli: "Organizzazione e zero pensieri. Vi racconto la mia bolla NBA"

NBA - Marco Belinelli: "Organizzazione e zero pensieri. Vi racconto la mia bolla NBA"

Tornato dalla bolla di Orlando dopo l'eliminazione con i San Antonio Spurs e fresco sposo di Martina, Marco Belinelli è stato intervistato daTutto mercato web. Ecco alcuni passaggi in un estratto della lunga intervista che potrete leggere in modo integrale a partire dalle ore 20 su TMW.

Super organizzazione. E' stata un'esperienza incredibilmente positiva. E ora che la stagione è terminata, i pensieri sono ancora più chiari. Era tutto super controllato, tutto organizzato nel dettaglio, tutto studiato alla perfezione. E infatti a stagione conclusa dalla bolla non è emerso neanche un giocatore positivo. Zero contagi, insomma.

Lontananza. Devo ripetermi. Per me in linea generale è stata un'ottima esperienza, anche se è vero che la lontananza della famiglia e dei cari ha un po' pesato soprattutto nei primi giorni di ritiro. Poi ci siamo abituati e i giorni sono passati.

Vita nella bolla. Era tutto organizzato in maniera fantastica. Ovviamente era la prima volta per tutti, vista la straordinarietà della situazione. Ma la Lega ha confermato ancora una volta di essere la numero uno. All'interno della bolla c'erano tanti servizi pensati per noi giocatori: le 22 squadre erano divise in 3 hotel, ognuno dei quali ospitava 6-7 squadre. E dentro il parco potevamo fare di tutto: pescare, giocare a golf e a tennis, andare in piscina. Poi avevamo il tavolo da ping-pong, i giochi di società, potevamo muoverci per fare passeggiate. E poi guardavamo le altre partite, ovviamente.

Mobilità e mascherine. Ovviamente sempre con la mascherina, questo è fondamentale. Con gli altri italiani ci siamo visti spesso. Io ho passato tanto tempo con Melli, con Gallinari e con Matteo Zuretti. Siamo arrivati nella bolla da San Antonio il 9 luglio e fino al 22 potevamo incontrare solo giocatori e staff delle squadre che erano nel nostro hotel. Poi tutto è stato molto più libero, pur nel pieno rispetto delle regole.

Testati. Dovevamo effettuare il tampone ogni giorno, misurarci la temperatura e registrarla per restare sempre monitorati. Ripeto, dal punto di vista dell'organizzazione eravamo nella perfezione assoluta. Ma non avevo dubbi, l'NBA è una cosa unica. E poi avevamo un braccialetto elettronico con cui potevamo spostarci da una zona all'altra, ci permetteva di non toccare porte e maniglie così come di pagare al ristorante, nei negozi, in piscina.

Walt Disney Resort. Era uno spazio enorme, anche se l'NBA è stata aiutata dal fatto che la Disney è sponsor della Lega. Detto questo, è stato fatto qualcosa di enorme, di incredibile, in una location grande quasi quanto una città. Anche se noi potevamo accedere solo a determinate zone. Eravamo in camere singole, tutte grandi e molto confortevoli. Letto enorme, tanto spazio per muoverci, balcone privato... Insomma noi giocatori eravamo nelle condizioni di poter pensare solo e soltanto al basket senza ulteriori preoccupazioni.