NBA, lockout evitato con il nuovo accordo collettivo con la NBPA: le novità

Scampato pericolo nella NBA dove è stato definito il nuovo accordo collettivo con la NBPA che sarà valido per le prossime sette stagioni. Sarà valido a partire dalla prossima stagione, 2023-24, ed è prevista un'opzione di uscita dopo sei anni.

Di seguito alcune delle novità anticipate da ESPN.

• La NBA limiterà la possibilità delle franchigie già oltre il salary cap, come Warriors e Clippers, di continuare a alzare il monte ingaggi pagando la luxury tax. Verrà introdotto un secondo salary cap da 17.5 milioni di dollari massimo e queste squadre non avranno accesso alla taxpayer mid-level, un'eccezione che permette alle squadre oltre il salary cap di firmare giocatori free agent con contratti fino a tre anni, con uno stipendio iniziale fino a 6.479.000 dollari.

Spiega ESPN che con questa nuova regola i Warriors non avrebbero potuto firmare Donte DiVincenzo in estate, così come per i Boston Celtics nel caso di Danilo Gallinari e Jon Ingles per i Milwaukee Bucks.

• Per limitare il "load management", la NBA ha fissato alle 65 gare giocate l'eleggibilità per le stelle della Lega di competere per i premi post season, come i titoli personali (MVP, All-NBA ecc).

• Il "in-season tournament", ovvero una sorta di "coppa" che si disputerà tra le migliori squadre nel mezzo della stagione regolare, potrebbe arrivare già nel 2023-24.

• NBA e NBPA hanno concordato di aumentare i limiti massimi delle estensioni, passando da un aumento del 120% rispetto a un accordo attuale al 140%, il che potrebbe avere un impatto significativo sul futuro di stelle come l'ala dei Celtics Jaylen Brown.

• Aumentano gli slot per i contratti two-way, che passano da due a tre per squadra. 

• Secondo l'insider NBA Shams Charania, il nuovo contratto non vieterà più l'utilizzo di marijuana ai giocatori. È stato rimosso dal programma di test antidroga, un processo iniziato durante la stagione 2019-20.