NBA - I Raptors negano il "furto" di dati sensibili ai Knicks

NBA - I Raptors negano il "furto" di dati sensibili ai Knicks

Quasi due mesi dopo la scoperta di questa vicenda su presunti "dati sensibili" rubati ai Knicks, i Raptors hanno finalmente deciso di passare al contrattacco, presentando ricorso affinché la denuncia della franchigia newyorchese contro di loro venga ritirata. I protagonisti sono un ex assistente dei Knicks, Ike Azotam, accusato di essere passato alle dipendenze di Toronto portandosi dietro informazioni e files riservati e il nuovo allenatore dei canadesi, Darko Rajakovic, che se ne sarebbe servito.

Secondo la denuncia, l'ex capo dello sviluppo di video e lettori dei Knicks avrebbe rubato "rapporti di scouting, inclusa la frequenza di utilizzo dei sistemi di gioco, un libro di preparazione e un collegamento a un software concesso in licenza da terze parti". Gli avvocati della franchigia canadese chiedono ad Adam Silver di intervenire e mediare in questa vicenda, dato che in genere i club NBA risolvono questo tipo di controversie senza ricorrere al tribunale.

"Questo presunto furto di dati riguardava poco più che informazioni pubbliche raccolte da fonti pubbliche facilmente accessibili a tutti i membri della NBA" aggiungono i legali del club canadese, che assicurano quindi che il torto di Ike Azotam sarebbe quindi semplicemente quello di aver raccolto questi dati con i suoi accesso ai Knicks, invece di aspettare di avere lo stesso accesso ai Raptors.

Anche se sappiamo che James Dolan, proprietario dei Knicks, è molto litigioso, questa denuncia sorprende, ma un portavoce del Madison Square Garden ripete che la franchigia rientra nei suoi diritti: "Come abbiamo già detto, visto il furto di file proprietari e riservati e la chiara violazione del diritto penale e civile, non abbiamo avuto altra scelta che portare la questione davanti al tribunale federale e siamo fiduciosi che il sistema giudiziario ci darà ragione".