Rodolfo Bigolin e l'operazione Treviso Basket: «Potremmo essere pronti verso la fine dell'anno solare»

Rodolfo Bigolin, CEO di Innovo Group che ha confermato negli scorsi giorni il desiderio di prendersi la maggioranza del Treviso Basket, ha parlato a Il Gazzettino. Esce allo scoperto e sottolinea: "Ho letto che c'è pronto un piano per rilevare Tvb: non è vero. Non abbiamo nulla di pronto, ci stiamo lavorando: l'obiettivo è quello, ma dobbiamo presentare una proposta che sia solida dal punto di vista finanziario, seria e lungimirante. Non voglio di certo inciampare per la prima volta, nella mia carriera imprenditoriale, proprio su Treviso Basket", dice Bigolin. "Non ho ancora presentato nessuna offerta e di conseguenza non c'è stata neppure nessuna offerta rifiutata. Non è partita nessuna Pec con una proposta formale. C'è una conversazione attiva, e direi abbastanza costruttiva, con le persone di Treviso Basket. Ho trovato apertura all'ascolto e mi sarebbe sembrato strano il contrario".
Le tempistiche di una eventuale operazione. "È un investimento importante, che richiede ingenti risorse economiche ed umane: ci vuole un po' di tempo. Potremmo essere pronti verso la fine dell'anno solare: sicuramente non prima, forse anche un pochino dopo. Vorrei che le aspettative della piazza siano realistiche e allo stesso tempo non mi piacerebbe mettere in difficoltà i vertici societari, con cui ho un rapporto stupendo. Prendere in mano una società di questo tipo rappresenta un investimento sul territorio, qualcosa che muove la pancia delle persone. È quello il bello. Una due diligence approfondita non è ancora partita: ci sto lavorando insieme ai consulenti di Banca Finint di Conegliano".
Stile Benetton. "Dal punto di vista sportivo, sono convinto che in Serie A serva un cambio di passo, ci sia bisogno di qualcuno che ci metta la faccia. Con le dovute proporzioni, vorrei pian piano ricalcare l'approccio della famiglia Benetton. Ad oggi Tvb non ha una casa: la Ghirada è di Verdesport, il Palaverde idem. Dobbiamo costruire infrastrutture che siano appetibili per i giocatori, che attraggano i giovani talenti così come gli sponsor, che veicolino l'attenzione sul basket. Se ogni anno arriviamo intorno alla decima piazza, non saremo mai sexy. Per arrivare nei top 5 servono soldi, ma non solo: c'è bisogno di una progettualità lungimirante e sostenibile".