LBA - Pesaro, Delfino: “I playoff sono un traguardo dovuto ai nostri tifosi"

Carlos Delfino continua a esaltare Pesaro a quaranta anni suonati, anche con un finale di stagione in crescendo dopo i mille infortuni che lo hanno tormentato per tutta la stagione dal rientro dall'Argentina. La sua prestazione da 15 punti nella prima metà della gara nell'ultima giornata di campionato è seguita da un’intervista di Piero Guerrini di Tuttosport per celebrare i playoff raggiunti.
Delfino, decisivo a 40 anni come David Logan. “Logan è straordinario, giocare a quel ritmo, essere ancora a quei livelli è incredibile. L’ho votato Mvp del campionato, bravo davvero. Sono un suo fan. Io a Pesaro non ho lo spazio, né le competenze: sono attore secondario, porto ciò che serve. L’anno scorso giocavo di più, quest’anno sono intorno ai 15′ e cerco di adattarmi, poi arrivano partite come con Tortona, l’ultima spiaggia playoff, le aspettative. Una gran partita, lo dovevamo ai tifosi, li abbiamo fatti soffrire più di quanto meritassero.”
Una forza interiore a 40 anni. Come si fa? “Fisicamente mi sento molto bene e, anzi, posso vantarmi: potrei continuare a giocare ancora un po’. Mentalmente, ci sono cose che pesano di più, i bimbi che crescono, i sacrifici ora più tosti per divertirmi in campo. Però amo la pallacanestro, mi diverto ancora, mi sento forte. Detto questo, non so ancora quanto e se continuerò. Ci sono cose che alimentano la voglia, danno motivazioni. Devo valutare, quest’anno ho avuto due-tre botte importanti, con la Nazionale non andare al Mondiale, non giocare il secondo tempo di quella partita quando sentivo di poter dare. Il nostro allenatore mi ha colpito. Mi piacerebbe giocare un po’ più con un ruolo primario, però resto un ragazzo che intende il basket come sport di gruppo e poi se faccio i conti mi ricordo di avere 40 anni. È la gente di Pesaro che mi spinge a continuare.”
Diventare dirigente come Scola. “Luis ha fatto un lavoro magnifico, super. Ce l’ha dentro, ha sempre cercato di migliorare la con federazione argentina, dice che ora sta facendo il lavoro pensato per la Nazionale. Sono molto contento per lui che cerca la perfezione. Noi abbiamo il vantaggio di aver vissuto tante realtà diverse, dalla NBA, all’Europa, prima l’Argentina, abbiamo accumulato esperienze. Ma non so se farò, allenatore, dirigente, agente, o conterò le mie mucche. Ne parlavo con Ario Costa, che stimo tanto: il punto è che io continuo a pensare da giocatore. Sono in grado di correre dietro la palla, competere.”
Tutti convinti: per Milano sarà facile. “E noi lasciamolo credere. Ora tutto ciò che viene per noi è un regalo.”