Germani Brescia, Mauro Ferrari e i retroscena della scelta Cotelli per la panchina

08.07.2025 23:26 di  Iacopo De Santis  Twitter:    vedi letture
Germani Brescia, Mauro Ferrari e i retroscena della scelta Cotelli per la panchina
© foto di Pallacanestro Brescia

Mauro Ferrari ha raccontato i retroscena della scelta di Matteo Cotelli come nuovo coach della Germani Brescia. «Questa è una città strana, bisogna stare attenti a come ci si muove e a come ci si pone. C'erano tanti allenatori disponibili a venire a Brescia, noi non abbiamo mai parlato con nessuno, alcun contatto se non con la signora Cinzia Zanotti. L'unica con cui abbiamo parlato come società. La scelta di Matteo Cotelli è stata dopo una riflessione in società, ho riflettuto, l'ho chiamato dicendogli che ero intenzionato a farlo diventare capo allenatore, pensando fosse l'ora giusta per lui. Pensavamo potesse essere l'anno giusto per mettere in campo quanto imparato in questi anni. Abbiamo usato il termine "scommessa", vorrei rettificarlo. L'ho usato in modo improprio. Se pensiamo al lavoro che ha fatto, in termini di esperienza, e lo paragoniamo a qualsiasi altra persona che lavora tanti anni di secondo e terzo, ora è la sua ora. In qualsiasi genere di azienda si chiama crescita professionale, non scommessa».

Come è arrivata la scelta Cotelli
«Non capisco perché nel basket non debba essere così. Io gli ho detto che era l'allenatore. Ci siamo lasciati così. All'01:05 di notte mi manda una email fantastica, all'01:27 gli rispondo, facendogli i complimenti e dicendogli di godersi la notte e riposarsi. All'indomani alle 9:30 gli mando una email dicendo "Matteo ora hai dormito, sei riposato. Quanto scritto stanotte non lo pensavo. Rispondimi a queste sette domande subito, voglio ulteriormente capito se potessi essere l'uomo giusto al posto giusto". Gli ho posto quesiti pesanti, a rischio di quasi maleducazione. Mi ha risposto, me li sono letti e tenuti. Li ho sottoposti a una o due persone di calibro cestistico a livello internazionale, e mi hanno detto: "Hai ragione, Matteo è pronto a fare l'allenatore". Gli ho chiesto se si fosse offeso, ma aveva risposto a tutto. Mi ha dato delle risposte importanti. Ma anche oggi potete constatare che è pronto. Dopodiché lo Scudetto non dobbiamo vincerlo, dobbiamo fare un campionato di dignità. Si resetta tutto, anno zero, vita nuova, si riparte da qui»