Varese vuole tornare a volare con la leggerezza di Slay

Probabilmente avrebbe pagato di tasca sua pur di uscire dall'Adriatic Arena di Pesaro con in tasca i due punti. Perché il passato è qualcosa che non se ne va mai e Ron Slay, che nella città marchigiana ha trascorso qualche giorno non esattamente felice, la sconfitta con la Scavolini non riesce proprio a mandarla giù. Chiamatelo scoramento, disappunto: lo stato d'animo dell'americano della Cimberio, dopo Pesaro, è difficile da definire...
«Ma di tutto si può parlare tranne che di un'occasione persa. Ai miei occhi la gara lasciata nelle mani di Pesaro non può essere definita in tal modo perché noi, dopo aver giocato un brutto primo tempo, abbiamo mostrato un volto completamente diverso nella ripresa. La reazione prodotta dalla squadra nella seconda parte del match mi è piaciuta. Abbiamo capito il senso della gara e siamo stati bravi a rientrare giocando duro soprattutto in difesa, consapevoli che, dopo i 45 punti subiti nei primi due quarti, era necessaria un'inversione di rotta. Che c'è stata».
Il vostro finale, tante palle perse e giocate non proprio lucide, pesa come un macigno...
«E' vero, avremmo potu to fare meglio, ma in un finale punto a punto tutto può succedere e Pesaro ha saputo gestire meglio i palloni decisivi».
Forse si parla di occasione sprecata perché una Scavolini così acciaccata non la troverete più.
«I discorsi sugli assenti non mi entusiasmano, perché, in situazioni del genere, i giocatori che restano sono stimolati a dare qualcosa di più. Puntualmente quelli di Pesaro l'hanno fatto e io ho visto una buona Scavolini, pronta a giocare la partita fino in fondo».
Quindi, il bicchiere post-Pesaro com'è?
«Mezzo pieno - risponde risoluto Ron - perchè, al di là della sconfitta, la partita ha detto che Varese è tornata sulla strada giusta. Contro Ben-net Cantù e Scavolini abbiamo ritrovato una certa tenuta difensiva e la capacità di leggere dentro momenti della partita. Una qualità che nel periodo nero avevamo smarrito».
Quali le cause del periodo nero con le sei sconfitte consecutive?
«Ognuno ha la sua "ricetta" per spiegare quel momento. La mia idea, in casi simili, è solo quella di guardarsi allo specchio con sincerità e riflettere sui nostri errori che, nelle scorse settimane, sono stati tanti. In particolare in difesa».
Le statistiche raccontano di uno Slay che sembra viaggiare a due velocità: 16 punti di media fatturati a Masnago, 9.8 fuori. Un bel gap: lei come interpreta la questione?
«Non credo molto al valore assoluto dei numeri e, per esperienza, so che tutto prende sempre il via dal lavoro di tutta la squadra. Quando Varese, anche fuori casa, ha girato alla perfezione e giocato bene insieme ha creato opportunità di tiro per tutti. Ad ogni modo, considero positivo il mio bilancio personale alla fine del girone d'andata, ma so di poter arrivare ancora più in alto. La mia condizione è destinata a crescere».
A proposito di forma: come va col peso?
«Molto bene anche se -commenta con una battuta l'uomo di Memphis - mi hanno detto che il presidente Cecco Vescovi è un po' preoccupato: adesso mi vede troppo magro. Il peso attuale è 103 chili, ne ho lasciati già 13 per strada e mi sento leggero come mai prima. Troppo, secondo voi?».
Insomma: pronto per affrontare i fisicacci di Avellino?
«Sono sempre pronto, ma dovremmo esserlo tutti perché l'Air è un'ottima squadra, formata da grandi giocatori come Marques Green, Dean e altri ancora, capaci di esprimere una pallacanestro di buonissima qualità in difesa così come in attacco. Noi vogliamo dimostrare di essere tornati quelli intensi e determinati visti tra ottobre e novembre. E, di più, vogliamo vincere e cancellare la pessima partita giocata all'andata».
Massimo Turconi