Adelmo Ferrari: «Fip Reggio sarà ampliata. Spero che Dino cambi idea»

ALL’ANNUNCIATA rivoluzione del Coni, che metterà una pietra tombale sugli organismi provinciali del Comitato Olimpico e sulle relative federazioni, dovrebbe sottrarsi la pallacanestro di Reggio. Stando almeno alle considerazioni di Adelmo “Jerry” Ferrari, storico appassionato e dirigente del basket cittadino, oggi consigliere nazionale Fip. E’anche l’occasione per fare il punto sulle vicissitudini del nostro basket dopo l’annunciata rinuncia dell’attuale presidente, Dino Meneghin, a un secondo mandato.
Ferrari, in che misura la Fip reggiana sarà toccata dalla cancellazione delle sedi provinciali del Coni?
“Se tutto andrà secondo le previsioni, in nessun modo. La Fip di Reggio è infatti uno dei nove comitati provinciali che sarà mantenuto. Gestirà una provincia in più delle quattro attuali (a Reggio, Modena, Parma e Piacenza si aggiungerà Ferrara, ndr). Il consiglio federale del 5 febbraio dovrebbe ratificare questo intendimento”.
La Fip è un po’ nella bufera dopo la decisione di Meneghin, di cui lei è da sempre sostenitore, di non ricandidarsi nel 2013.
“Speriamo che ci ripensi. E’ uomo di grandissime capacità e si è sempre mosso bene. Tra l’altro non vedo persone degne di sostituirlo”.
Sa spiegarsi le ragioni di un annuncio così forte?
“L’atteggiamento di Meneghin è stato certamente una risposta alle indebite ingerenze di Petrucci su questioni che non gli competevano. Dino ha risposto a tono col suo atto. Ma confido possa ripensarci”.
Se non lo facesse anche lei abbandonerebbe la Fip?
“In tutta onestà, al momento, non lo so. Se in questi mesi l’Emilia Romagna dovesse esprimere una persona più giovane di me, magari anche reggiana, che avesse l’intenzione di proseguire il mio lavoro, cederei volentieri il testimone”.
Il basket italiano vive un momentaccio. Come segnalava anche il patron della Trenkwalder, Stefano Landi, dopo il mancato ripescaggio di Reggio in A e la creazione di due tornei a squadre dispari…
“Landi aveva le sue ragioni sulla questione specifica, ma non credo che la pallacanestro italiana stia sprofondando. Non gode buona salute, certo. Ma ci sono tante cose che si possono fare. In Fip c’è tanta dialettica ma nessuno sfascismo. Non sono più i tempi delle battaglie lancia in resta, ma poco costruttive dell’epoca di Prandi”.
Qualche ricetta?
“Ci vuole soprattutto coraggio, e cuore. Meneghin è bravissimo, ma non può pretendere di accontentare tutti. Bisogna fare scelte precise, anche al rischio di deludere qualcuno. Può ancora farcela”.
Gabriele Gallo