La coach di un “bimbo scarso” scrive alla madre

La coach di un “bimbo scarso” scrive alla madre

Salve signora! Per me che ho allenato un anno suo figlio ,sapere che è sua intenzione quella di interrompere l’attività e’ un piccolo-grande fallimento da allenatrice. Un fallimento non solo come tecnico,ma anche come persona, indipendentemente da quelle che sono le problematiche singole del bambino, della famiglia. Non essere riuscita a coinvolgerlo a pieno, a stimolarlo, ad integrarlo al meglio all’interno della squadra ,a fargli migliorare quei limiti quel tanto che sarebbe bastato,a farlo considerare “più bravo” da se stesso,ma anche e soprattutto da sua madre.. Volevo comunque dirle che suo figlio non sarà stato il migliore fisicamente,tecnicamente,tatticamente….. ma eccelleva, era il più bravo, per la sua attenzione, per l’applicazione delle direttive dategli. Per il rispetto che ha sempre dimostrato nei miei confronti durante gli allenamenti ed alle partite. In questo era il migliore. E’ sicuramente il migliore, basta farlo continuare a giocare,se è quello che lui vuole! Con tutte queste qualità umane,si può migliorare tantissimo,lavorando per colmare i suoi limiti . Aggiungo che le qualità che ha suo figlio non sono assolutamente secondarie all’interno di un contesto di gruppo. Cosi’ come e’ giusto cercare di educare, punire ma MAI emarginare un bambino dotato tecnicamente ma maleducato e’ altrettanto giusto permettere a chi è dotato di altre qualità, e meno di altre, di potersi comunque esprimere. Le qualità di suo figlio, sia nella vita settimanale del gruppo, che nella domenica di gara, sono molto importanti per la squadra. Anche per raggiungere quei risultati che, ogni tanto, fanno bene al gruppo stesso. Perché suo figlio, soprattutto grazie a voi genitori e’ un bambino che è contento di giocare anche solo 5 minuti. Si impegna col sorriso .Fa un po’ da contraltare rispetto a chi, dotato tecnicamente, gode della fiducia del coach, a volte, non meritandosela.E gioca magari controvoglia. Non so se c’era quando fece canestro; io mi ricordo bene. È stato molto bello ,vederlo esultare. Una scena quasi da film….chi l’avrebbe mai detto? Forse neanch’io,di certo….però la pallacanestro e’ anche questo. Se ha avuto quella piccola gioia, se l’e’ sudata tutta suo figlio. Per questo è più bella! Non lo privi di quei 5 minuti se per lui sono importanti. Alla squadra mancherebbe anche un genitore come te. In un contesto dove tutti gli animi sono esagitati, c’è maleducazione, esasperazione, persone che credono di essere mamma e papà di Lebron...di Pierce...di Jordan la sua voce fuori dal coro ed il suo profilo basso, sono un esempio per gli altri genitori. Ma forse, mi permetta di dirglielo ,e’ un po’ troppo fuori dal coro. Talmente tanto che finisce per uniformarsi al coro stesso…se lascia perché suo figlio ”e’ scarso” diventa come quelli che credono di avere il figlio “forte” e sbraitano dalle tribune ,peggio dei cani randagi, pretendendo spazio e importanza .E questa fine non se la meriterebbe, non la rappresenterebbe. Nel la pallacanestro ci vorrebbero più bambini come suo figlio e più genitori come lei. Pensaci e pensateci,anzi:ripensateci!

coach Barbara Mornatta