LBF Techfind A2 Finale Nord: parla Franz Pinotti, Sanga Milano

Il carismatico tecnico della formazione milanese racconta al nostro sito l'attesa per una finale storica il cui primo atto sarà all'Allianz Cloud
19.05.2023 08:59 di  Eduardo Lubrano  Twitter:    vedi letture
LBF Techfind A2 Finale Nord: parla Franz Pinotti, Sanga Milano

Il Sanga Basket Milano, targato Il Ponte Casa d’Aste è alla sua terza finale promozione per la A1 negli ultimi dieci anni: nel 2012/13 fu battuta da San Martino di Lupari, nel 2020 dall’Akronos Moncalieri. Da lunedì 22 magio sarà la Limonta Costa Masnaga ad affrontare l’esperta e forte squadre milanese nella finale di questa stagione. Che il Sanga ha vinto nella sua fase regolare, dopo i gironi di andata e ritorno.

Sanga è una società storica milanese che lavora molto anche nel sociale anzi, secondo il suo fondatore, Franz Pinotti, l’aspetto sociale è più importante:” Poco ma sicuro, se avessi un budget  - dice a Pianeta Basketper fare delle scelte, chiuderei la serie A e metterei tutto sui nostri progetti sociali, per la disabilità, l’accoglienza e quant’altro per aiutare i ragazzi della nostra zona a crearsi un futuro”.

Intanto però c’è da affrontare una finale Pinotti ed era il vostro obiettivo di inizio stagione o no?

Sì. Ma precisiamo. Noi volevamo essere tra le quattro regine della Coppa Italia e siamo arrivate in finale persa nell’ultimo quarto perché eravamo stanche. Volevamo essere tra le prime quattro più belle del campionato ed eccoci qui, pronte a giocarci la finale con una squadra come Costa che conosciamo molto bene”.

L’avete battuta due volte in campionato, conta qualcosa o la finale dei play off è un altro sport?

Esatto, la finale play off è un altro sport. In precampionato abbiamo giocato tre amichevoli con Costa, le prime due le abbiamo perse, poi abbiamo cominciato a vincere, compresa la semifinale di Coppa Italia dove però siamo andate al supplementare. Così come non i preoccupavo allora, così non presumo che sarà una passeggiata di salute ora che le abbiamo battute tre volte di seguito”.

La gioventù, la velocità, il sistema Costa da una parte, la forza fisica, l’esperienza di Sanga dall’altra. E cos’altro?

Giovani quelle di Costa? Certo dal punto di vista dell’età, anagraficamente parlando non è argomento da mettere in dubbio ma alcune di queste giovani hanno avuto esperienza di serie A1di almeno due o tre anni. Lemie che sono più grandi di età inA1 non ci hanno mai giocato. Loro sono veloci, una fanteria leggera noi una fanteria meno leggera ma con la possibilità di fare incursioni importanti dalle retrovie. Loro giocano – ormai ci conosciamo molto bene- ad interrompere il gioco avversario e mettere un granello di sabbia nel tuo ingranaggio. Io sono un giocatore di scacchi che durante la partita cerca di studiare le mosse e le contromosse”.

Da agosto ad oggi qual è il miglioramento più importante che ha visto nella sua squadra?

La consapevolezza nei nostri mezzi. Sapevamo di avere molte ottime caratteristiche ma non avevamo le prove. Non abbiamo una stella che brilla più delle altre quindi la nostra orza sta nel fatto che ogni partita una o due si ergono a protagoniste ed aiutano le altre compagne a fare le cose giuste e necessarie. Oggi siamo queste perché da tre anni lavoriamo su un gruppo di giocatrici che sono sempre le stesse e son cresciute insieme”.

Quanto è importante che una squadra di Milano femminile salga in serie A1?

E’ dal 2009 che coltivo questo sogno ma so quanto è difficile senza investimenti importanti che noi come società da sola non possiamo fare. A Milano come a Roma e nelle grandi città tutto costa molto di più se devi fare una squadra di A1: dal mangiare, agli alloggi, dalla logistica alle palestre. Per questo per fare il salto non serve “solamente” vincere sul campo, ma bisogna convincere qualcuno di importante che il basket femminile a Milano di altissimo livello si può fare e bene. Venti anni fa qui nella zona che io chiamo il Triangolo delle Bermude – da Piazzale Loreto partono via Padova e viale Monza chiuse in fondo dal quartiere Adriano, ndr) – eravamo quasi uno sportello informazioni per immigrati e persone che avevano necessità delle informazioni di base per vivere. Parlavamo soprattutto ai bambini con il linguaggio del corpo che è universale e con il pallone che azzera tutte le diseguaglianze. Oggi siamo una comunità che oltre al basket, fa attività in 10 scuole per l’accoglienza, per i disabili. Eccellenza nello sport ed eccellenza nel sociale”.

Per questo e tutto altro ancora il fatto di giocare gara 1 all’Allianz Cloud è importantissimo?

Sì. Siamo grati al Comune che ci ha messo a disposizione gratuita un impianto così bello e storico come il vecchio Pala Lido oggi Allianz Cloud. E’ un’occasione imperdibile per noi e per tutto il movimento femminile, dopo quello che abbiamo visto a Bologna e Schio ma in A1. Io credo che la partita sarà bella e quindi chi vorrà esserci si divertirà e magari farà un pensierino ad avvicinarsi alla pallacanestro femminile. Per me è una grande emozione e vorrei che in tanti la condividessero”.

Chiudiamo con la finale per la serie A1, che state preparando?

Tecnicamente non dirò nulla. Però è chiaro che a maggior ragione con una squadra come Costa Masnaga dobbiamo da subito cercare di avere il pallino in mano, andare al nostro ritmo”.