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| Paolo De Angelis: «Così Schio è diventata una realtà europea»

Nel palmares del Direttore Generale c'è la gran parte dei successi del club scledense e non è finita, almeno si spera.
Fonte: di Eduardo Lubrano
Esclusiva PB | Paolo De Angelis: «Così Schio è diventata una realtà europea»
© foto di Ciamillo

Ventitre anni a Schio con 13 scudetti, 14 Coppe Italia, 13 Supercoppe, l' Euro Cup del 2008, una Final Four ed una Final Six. Sempre più alti i numeri dei titoli nella personale bacheca di Paolo De Angelis da quando è dirigente al Famila Basket Schio. All'indomani dell'ultima, sofferta vittoria in gara 5 della finale playoff 2024-25 contro la Reyer Venezia, l'intervista in esclusiva.
• Cominciamo con lo Scudetto numero 13?
"Mai cabala fu più fortunata: abbiamo vinto il 13°scudetto il 13 maggio, e l' MVP è stata la nostra numero 13, Salaun. Meglio di così..."
• È stata una finale più dura di altre questa con Venezia?
"La chiave della nostra vittoria è stato il successo in campionato al Taliercio che ci ha garantito la bella a casa nostra. Nella serie finale la Reyer ha trovato una grande coesione di gruppo le ragazze ed ogni partita hanno avuto una super star. Noi - magari tranne Sottana in gara due- abbiamo giocato tutte insieme senza un' eccellenza particolare. Anche Dojkic che non si era espressa per quel che sapevamo, si è sbloccata in gara 5 perché è stato fatto un grande lavoro su una specie di tappo che la limitava".

• Il duopolio con Venezia fa bene al campionato?
"Intanto questo duopolio è recente. Prima c' era stata Bologna ed altre. Ma se guardo al passato ce ne sono stati altri o molto più lunghi. Ed anche monopoli se è per questo. Oggi questo discorso è molto meno".
• Ormai siete una realtà di alto livello in Eurolega. Come ci siete riusciti?
"Siamo la squadra più longeva in EL: la prossima stagione sarà la 17ma consecutiva. È stato un processo lungo che è ancora in corso. Partiamo sempre dal fatto che non abbiamo il budget delle primissime quindi abbiamo dovuto creare una mentalità continentale con le giocatrici, gli staff tecnici, quelli medico, i dirigenti ed il pubblico. Oggi possiamo dire che abbiamo una predisposizione per l' Europa. E l' anno prossimo vogliamo tornare alle Final Six. Vedremo".
• Torniamo all'Europa. Il vostro mercato si annuncia importante in chiave continentale?
"Abbiamo alcune situazioni in dirittura di arrivo, mancano i dettagli per l' ufficialità. Però vorrei salutare coach Dikaioulakos che in 4 anni ci ha portato 3 scudetti, una Final Four ed una Final Six. L'altra sera alla cena di squadra per festeggiare - dove ho fatto aggiungere un posto al tavolo delle giocatrici perché erano tredici - c'è stata qualche lacrima nei discorsi. Comunque si, il nostro lavoro è decisamente in chiave Eurolega".

• Anche l'allenatore nuovo sarà straniero si dice come gli ultimi tre. Perché?
"Perché noi vogliamo un allenatore di esperienza con l' Europa. I nostri allenatori sono bravissimi ma chi di loro risponde al profilo che cerchiamo.  Se tutta la società è in modalità Eurolega anche il condottiero deve essere sintonizzato. Il problema è anche che il basket femminile ha poca considerazione. Ho una lista di allenatori del maschile che hanno rifiutato di venire a Schio per questo motivo".
• Quanto può essere importante un buon risultato della Nazionale per il movimento?
"Sarebbe fondamentale. Perché essere tra le prime 4 ci qualificherebbe ai Mondiali. E questa Nazionale può ambire ad un buon risultato. I primi a credere in una buona prestazione però devono essere le giocatrici, lo staff tecnico, i dirigenti, la Federazione. Si deve creare un ambiente adatto al momento storico. Per esempio, credo che mai la nostra Nazionale abbia avuto contemporaneamente tre lunghe di alto livello come Cubaj, André e Keys".
• Crede nell'efficacia delle riforme annunciare?
"Credo siano correttivi necessari non la panacea dei nostri mali. Sapevamo che la riforma dello sport avrebbe creato disastri ed eccoci a correre ai ripari. Il protezionismo sulle italiane cosa ci ha portato? Siamo l'unico paese con l' obbligo di 8 autoctone nel roster, la Spagna che pure ha un bacino di utenza superiore circa dieci volte al nostro, ne ha tre. Oggi ci troviamo con le giovani che vanno nei college come non mai, le giocatrici della WNBA che non verranno più - salvo eccezione - ed alcune delle nostre che vanno in Europa. E quelle che rimangono che costeranno di più rispetto a certe straniere bravissime che accettano cifre molto contenute. Penso in questo senso a quante di queste sono arrivate da noi negli della coppia Zazzeroni-Andreoli a Vigarano. Oggi sono quasi tutte giocatrici di livello alto. Facendo regole certe credo che un maggior numero di straniere aiuterebbe le società medie e piccole a crescere e fare bene. Forse la cessione dei NAS che finalmente è possibile dall' anno scorso, io lo chiedevo già nel 2013, eviterà qualche altro disastro. E ne avrebbe forse evitato qualcuno. Come dice il presidente di Schio, Marcello Cestaro, "tra il direced il fare c'è di mezzo il...fare".
• Dopo ventidue anni di successi a Schio per cosa si muoverebbe da lì? "Bella domanda. Qui è casa, c'è la mia famiglia, il presidente mi fa esprimere.  Per ora non vedo ipotesi allettanti anche a ricominciare da zero. Dovrebbe esserci una visione come si dice oggi ma per ora ho ricevuto solo proposte spot. Il lavoro del dirigente non si misura come quello di una giocatrice o di un allenatore. Serve tempo, quindi per il momento la risposta è no, non mi muovo ".