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- Jasmine Keys “Indossare la maglia Orange mi riempie d’orgoglio”

25.10.2019 20:35 di  Vera De Biasi   vedi letture
ESCLUSIVA PB - Jasmine Keys “Indossare la maglia Orange mi riempie d’orgoglio”

In occasione della 4^ puntata della nostra rubrica Focus sul campionato di Serie A femminile, si è raccontata ai nostri microfoni la giovanissima classe 1997 Jasmine Keys.

Cresce cestisticamente fra le giovanili del Basket Montecchio (VI) per poi disputare la sua prima stagione nel campionato di A2 in maglia Pallacanestro Vicenza. Dal 2016 il suo cartellino viene acquistato da San Martino di Lupari (PD) con cui fa il suo esordio nella massima Serie. Da poco approdata alla corte di Coach Vincent, in queste prime uscite stagionali ha collezionato 2 vittorie rispettivamente con Empoli e Torino ed 1 sconfitta interna rimediata contro Ragusa registrando una media di 6.7 punti e 4 rimbalzi a partita. Con la sua Schio, l’ala-centro Vicentina sta disputando anche le fasi di qualificazione del campionato di Eurolega, avendo così la possibilità di scontrarsi con alcuni fra i Club più accreditati d’Europa tra tutti il Fenerbahçe (della grande ex Cecilia Zandalasini) e la Dinamo Kursk. Nella sua Carriera ha inoltre collezionato varie presenze con la maglia della nazionale giovanile, fino ad essere aggregata con la nazionale maggiore guidata da Marco Crespi. 

Dopo numerose stagioni con tanto di esordio in Serie A  in maglia San Martino quest’anno indosserai la maglia Orange. cosa ti ha spinto a voler cambiare aria?

Diciamo che nella vita, di fronte a scelte o diverse situazioni, ad un certo punto senti che è arrivato il momento magari di fare un salto, quello che temevi o quello che ti sembrava impossibile. Io fino a qualche anno fa guardavo questa squadra giocare in tv, con tanto di cori ultras con mia madre. Ora indosso la divisa orange con la stella. Mi riempie di orgoglio e non pensavo che sarei potuta arrivare fino a qui. Come non pensavo di poter fare l’esordio con San Martino. Insomma penso sempre alla frase “non aver paura del domani, in fondo oggi è quello che temevi ieri”. 

È ormai noto che Schio è una realtà del basket femminile tra le migliori in Italia ma che si contraddistingue anche a livello Europeo. Come ti sei sentita non appena hai saputo che la società voleva investire su di te? Quali erano le tue sensazioni?

Non ci credevo. Io sono una ragazza molto insicura e vedere che il coach e la società mi danno molta fiducia, ad esempio all’esordio in eurolega ho giocato 19’, mi fa star bene sia a livello individuale che di squadra. Ancora non ci credo.

Siete una squadra sicuramente molto ringiovanita rispetto all’anno scorso con vari nuovi inserimenti. Come credi che questo possa influire sul vostro percorso in campionato e nel percorso di Eurolega?

Si forse siamo una squadra un po’ meno esperta, parlo dal mio punto di vista personale eh, ma questo ci da più dinamicità e magari un gioco più veloce e aggressivo. Certo in  eurolega è molto diverso, il livello si alza e ci sono delle giocatrici che mi mangiano in testa. Ma a livello di gruppo c’è una bella atmosfera e credo che possiamo fare un bel gioco. Ce la siamo giocata bene con la squadra che ha giocato la finale eurolega l’anno scorso, abbiamo avuto l’occasione per vincere ma forse la stanchezza ci ha fatto fare errori stupidi. Abbiamo dimostrato che possiamo competere con tutti anche a livello europeo.

Come ti stai trovando con le tue compagne di squadra? E come credi che potrebbero aiutarti nel tuo percorso di crescita qui a Schio?

Con le compagne mi trovo molto bene, mi danno sempre consigli e so che quando ho bisogno sono lì per me. Gioco con ragazze con tanta tanta esperienza e questo mi farà crescere tantissimo.

Fuori del campo sappiamo che sei molto attiva sui social. Come credi che questi possano influenzare la vita di una sportiva come te positivamente e negativamente?

Al contrario di come sembra, la tecnologia non mi piace. Non mi piace vedere a tavola i ragazzini che non si parlano o non si guardano negli occhi per star dietro al telefono. Non mi piace che a un bambino che piange gli si dia il tablet per farlo star buono. L’influenza negativa per me è questo, cioè la perdita del contatto con la realtà, con le persone. Dall’altra parte però mi piace fare la scema su Instagram magari, mi piace sapere che posso strappare dei sorrisi con dei video stupidi o autoironici.